“SENZA CATANIA LASCIO IL CALCIO”
“Ho scritto qualche parola, è stato un momento molto complicato. Sono sempre stato un bambino sognatore, uno che crede sempre nelle persone. Catania è diventato il mio ossigeno, qui ho fatto le cose migliori della mia vita. Sono grato a questa terra, e mi sentirò sempre parte di essa. Non c’è scritto da nessuna parte che Biagianti debba per forza firmare, sono scelte che competono ad allenatore e dirigenza. Sarebbe stato accettabile se fosse andata così, ma così non è andata. Non c’entrano i soldi come si è scritto. Sono in contatto con Pellegrino da mesi, ci siamo visti più volte e mi è stato chiesto cosa volessi fare e io ho risposto che volevo giocare. Lui mi ha sempre ribadito che non ci sarebbero stati problemi. Dopo aver letto dell’acquisto dei due centrocampisti e aver atteso tutto il ritiro ho provato rabbia e ho richiamato Maurizio. Ho capito che era arrivato il momento giusto per parlare alla città. Se mi fosse stato detto sei fuori sarei stato male ma avrei accettato. Mi sarebbe piaciuto combattere ancora per questi colori e chiudere davanti ai tifosi. Oggi decido di chiudere con il calcio, se non posso giocare con questa maglia non sento di voler continuare. Buon compleanno Calcio Catania, ti amo e ti amerò tutta la vita”.
Poi il centrocampista aggiunge:
“In queste settimane sono stato in silenzio ad aspettare. Con Maurizio mi sento da tantissimi mesi, da quando la SIGI si stava componendo. Ci siamo visti più volte anche. Lui mi ha sempre manifestato la voglia di avermi in società, dicendomi che mi avrebbe fatto giocare altri due anni. Capisco che le liste possono essere un problema. La cosa che mi ha dato fastidio è che mi ha sempre dato ok quando gli ho ribadito che volevo fare un altro anno. Per me l’importante è la sincerità. Gli ho detto “dimmi le cose come stanno”. Chiedevo sincerità: a questa domanda mi ha detto “ok, non ti preoccupare”, mi ha detto che mi avrebbe fatto stare nei 22. Io gli ho detto che aspettavo solo questa maglia. Se mi avesse detto “guarda, purtroppo è un anno particolare” mi sarebbe dispiaciuto, ma l’avrei accettato. È passato ancora tempo e quando sono venuto a sapere di questi centrocampisti l’ho chiamato e gli ho detto “ma io sono ancora a casa a fare cosa mentre gli altri si allenavano?” e a quel punto mi sono arrabbiato. Lui mi ha detto “Marco, in questo momento non sono una priorità”. La mattina dopo ha chiamato Mariano Izco e l’ha fatto firmare: niente con Mariano, anzi. Sembrava però quasi come se stesse aspettando un passo falso per fare questa mossa”.