LA TESSERA DEL TIFOSO VA IN PENSIONE!

Per tutti coloro, e sono davvero in tanti, tra i tifosi rossazzurri che non hanno mai capito l’utilità della Tessera del Tifoso, necessaria peraltro sia per acquistare l’abbonamento che per seguire la squadra nelle gare esterne, ieri è stato un giorno di festa. È stato firmato, infatti, il protocollo che sancisce il passaggio, entro tre anni, ad una semplice Fidelity Card, la quale nulla avrà a che vedere con abbonamenti e biglietti. Le belle notizie non finiscono qui, data la marcia indietro della federazione anche per quanto riguarda megafoni e tamburi, i quali, tranne alcune eccezioni tipo le Vuvuzela sudafricane, non fanno che aggiungere ulteriore gioia e folclore allo spettacolo calcistico. In soli sette anni, quello che doveva essere un mezzo rassicurante, volto a riavvicinare soprattutto le famiglie agli impianti, è riuscito esattamente nello scopo inverso a quello per cui era stato creato, aumentando solo le complicazioni burocratiche  (ma anche i costi) per coloro i quali vogliano seguire i rossazzurri in casa e fuori. Che la federazione abbia finalmente capito che per riportare la gente negli stadi bisogna semplicemente investire per ristrutturarli o, meglio, farne di nuovi? Così sembrerebbe, almeno a giudicare dalle parole del n.1 federale Carlo Tavecchio, il quale tutto baldanzoso ha rivendicato la paternità di tale decisione, “volta ad aumentare la fruibilità dell’evento e la responsabilità delle varie società” citando le sue stesse parole. Ora si apre il dibattito sulla sicurezza: saranno in grado i vari club affiliati alla Figc, in collaborazione con le forze dell’ordine, a svolgere il compito facile per le squadre di tutti gli altri paesi “evoluti”? La risposta su base teorica dovrebbe essere si, avendo tutti gli strumenti per controllare e, in caso, allontanare e/o bandire dall’impianto chiunque possa mettere in pericolo lo svilupparsi dell’evento sportivo conformemente con le norme di ordine pubblico vigenti. Su base pratica, invece, l’ottimismo non può che essere controllato, visti i tanti disservizi che da sempre caratterizzano il movimento calcistico italiano.

Claudio Maggio

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