FERRAU’: “NUOVA OFFERTA DI TACOPINA È IMPOSSIBILE. GLI HO CHIESTO DI ENTRARE IN SOCIETA’ CON 3 MILIONI”

Conferenza stampa molto tesa quella organizzata a Torre del Grifo da SIGI e Calcio Catania. A fare da portavoce è stato l’avvocato Giovanni Ferraù che inizialmente ha fatto un accenno alle difficoltà tecniche con cui si è affrontata la stagione, ringraziando ogni componente, dirigenziale e sportivo, per la stagione disputata, per poi lasciare la parola ai presenti per le domande.

“Avremmo potuto parlare ancora di calcio e di esperienza un più lunga ai playoff , ma la Serie C è maledetta, a quanto pare non ci vuole solo bel gioco. Ringrazio Maurizio Pellegrino e l’area sportiva, Raffaele e Baldini, non era facile fare mercato e non era facile nemmeno per i tecnici. Promessa iniziale era campionato dignitoso, mai la B, non potevamo promettere un campionato da 90 pt. Ci si sperava, da tifosi, ma era più che altro un ipotesi, perché se ti chiami Catania è anche normale, ma realisticamente era questo il cammino possibile in campionato. Pellegrino ha trasformato comunque zucca in carrozza.”

Chiusa la parentesi riguardo l’aspetto sportivo, ha posto l’attenzione sulla vicenda relativa alla cessione societaria.

“Quello che verrà detto sarà interpretabile in tanti modi, cercheremo però di fare chiarezza quanto più possibile. Stigmatizziamo intanto alcuni attacchi subiti da qualche socio SIGI, nessuno di SIGI merita un attacco come quello di ieri. Ognuno ha tolto soldi da aziende e famiglie, per darli alla squadra. Nessuno può permettersi di dire certe cose. Da chi ne ha messo 6 Mila eruo a chi 2 milioni, tutti abbiamo contribuito. Se no saremmo stati in serie D con una rosa di Under 23. Non dimentichiamolo. Come non ci sono giornalisti paglicci, è vergognoso sostenerlo. E lo dico da uno che ha accolto Tacopina anche in casa, ma non può permettersi nessuno di insultare nessuno. Non può essere muro contro muro. Dobbiamo rilanciare il Cataniadove merita. Era questa la premessa della stipula contrattuale, non illudere con obbiettivi giganti, ma solo risollevarsi. Abbiamo visto tutti e creduto tutti, alla presentazione di Tacopina, del sentore dell’arrivo di una grossa risorsa, accogliendolo chiamandolo presidente. Con l’ospitalità che contraddistingue il catanese, presentandolo alla città. Abbiamo accettato il preliminare con basi ragionevoli “riduci e io entro”. 7 mesi di lavoro insieme, per ridurre il debito. Ma a febbraio si poteva stipulare, ma è anche vero che alcune condizioni non erano realizzabili. Quali erano le cause ostative? Le condizioni? Ritrattiamole. Ma si poteva stipulare. Ma vero anche che, chi porta terzi investitori, abbia anche difficoltà a riferirle, però i margini per chiudere c’erano. Abbiamo continuato il lavoro riducendo il debito, senza dormire la notte prendendo accordi con molti creditori. Comunque dovevamo pagarli, e Tacopina ci è venuto incontro grazie ad un bonifico di 800 Mila euro, ma poteva anche fare un passo in più, ma per entrare ha preferito l’esito dei riscontri dall’agenzia delle entrate, che è poi arrivato ad aprile. Poteva creare problemi poiché per l’iscrizione era chiesta ipoteca 2° grado. Ma comunque il debito è stato ridotto da 12,4 a 4,7, ci si auspica di chiudere. SIGI ha solo l’obiettivo di salvare il Catania, non abbiamo posto condizioni. Non è vero che abbiamo chiesto altro soldi, accettando un contratto, e che se l’agenzia delle entrate non avesse ridotto come nei migliori auspici il debito, l’avremmo sopportato noi. Ma in quel momento è poi stato risolto il contratto.  Abbiamo però lavorato  comunque con lui, ma non più con lo studio Chiomenti. Il punto è che la visione della questione non doveva essere l’investitore cinico e il proprietario dal grande cuore, ma si doveva lavorare insieme. La proposta di venerdì non è scadente o incongrua, ma impossibile nella realizzazione. Sarebbe come se dicessi ai presenti “ti do 100 Mila euro ma dovete costruire stadio in un giorno”. Abbiamo obbiettivo comune? Entra nel Catania, immetti non i 40 milioni , ma 3 milioni, da subito, e Sigi non prende un euro, acquisisci il 51% e diventanti presidente del Catania, rischiamo insieme. Non è pensabile stare alla finestra “risolvete voi e poi entro io”. Vogliamo soluzioni immediate, se lui ha la potenza di fuoco detta, potrà offrire anche domani stesso e salvare il Catania. Non  bastano più i “good luck”. Non c’è più tempo per porre condizioni. SIGI cercherà di contunuare, abbiamo anche interlocuzioni esterne. Vi farei sentite l’audio di un amico manager italiano, alla richiesta da parte mia se potevamo incontrare un manager amico comune,  lui in modo lapidario “preferiscono fallire e prenderla da fallita”. Tacopina non può lasciarci così dopo 7 mesi con una proposta impossibile, oltre che in inglese, e non va bene. Va fatta in italiano per rispetto di chi la riceve. Basta proclami, ci sono dei numeri da sopportare, è dura ed abbiamo 25 giorni.”

“Avremmo dovuto richiedere più garanzie a Tacopina? Sigi non ha avuto molte richieste, ha bussato a tante porte ma nessuna risposta. Abbiamo fatto il preliminare con Tacopina subendo qualche criticità pur di concludere l’affare. Arena? Non saprei. Parliamo con Scibilia e un legale romano. Non sappiamo come finirà, lavoriamo sui conti e sul 17 maggio e investimenti futuri. Prematuro dire chi e per obbiettivi. Porteremo avanti interlocuzioni.”

“Sigi deve avere le forze per andare avanti, ma ha un “handicap” di 4 mesi di trattativa logorante, ed in ogni caso deve reagire con forze siano esse interne o esterne. Sigi ha già messo 6 milioni, ma mollere oggi significa perdere la cosa più a cuore, il Catania. Bisogna recuperare tempo perduto. Eccesso ottimismo? Vero, ma non è eccesso di ottimismo pensare in una risposta in 2 mesi anziché 4 da parte della parte pubblica, o che l’agenzia delle entrate che dia risposta definitiva e non transitoria. Euforia si, però avessimo avuto pessimismo, consicendo la burocrazia italiana, non avremmo nemmeno fatto il preliminare. Sui debito coi creditori privati, da 34 mln abbiamo ridotto di circa il 50%, ma coi pubblici c’è difficoltà. Debito totale è di 6 milioni sulla parte sportiva, e circa 16 col resto.. qualche mese fa anche meno e non abbiamo chiuso la trattativa.”

“Ad una persona in coma chiederesti se potrà fare 100 m fuori dall’ospedale? Da Tacopina adesso ci aspettiamo chiarezza, dentro o fuori. Qualcuno sui social ha scritto “o squadra da 90 punti o vi togliete dalle scatole, perché da 7 anni siamo all’inferno”. Siamo arrivati ieri, e ci imputano i 7 anni di C? Avevamo detto di poter realizzare un campionato dignitoso e l’anno prossimo puntare la B, ma non dipende solo da noi, anche da chi ha 40 milioni da voler investire in 4 anni, ma se si tratta di metterne subito 3 si tira indietro. Se ciò accadesse, vi direi che avremmo il dovere di andare in B, ma adesso dobbiamo salvare ciò che abbiamo, sarebbe abominevole ripartite da zero. Servono 4 mln da qui a giugno per l’iscrizione.”

Situazioni che potevano complicare la trattativa erano prevedibili? Acqusimmo la società con 65 milioni di debiti, e fino a dicembre ne venivano fuori altri. Abbiamo proposto a Tacopina situazione intermedia: entra nel Catania e lavoriamo insieme. Non c’è obbligo di SIGI far trovare all’investitore il piatto pronto. Il lavoro era fatto per ripianare i debiti concludere il passaggio di proprietà entro febbraio, ma per problemi di natura burocratica non è stato possibile. Oggi non ci sono più obblighi reciproci, ma facoltà. Ma perché non lavorare insieme? Unica soluzione possibile ingresso nel Catania, non ingresso in Sigi, che è disposta a cedere domani e perdere tutti i soldi, con trasferimento incondizionato. Non più possibile porre condizioni stando a guardare. Non ce l’ho con lui, ma col modus, e vogliamo essere rispettati. Porta 20 mln ed è tua. E me lo auguro purez infatti dovrei scusarmi con alcuni per essermi intestardito con Taco perché ci ho creduto, ma adesso basta, non più stando alla finestra, e basta leoni da tastiera da “fuori fai coglioni”. Ok la critica, sacrosanta, ma ci vuole rispetto. E 4 milioni. E se c’è sopravvenienza passiva c’è la accolliamo noi.”

“Il piano di Tacopina era far fallire il Catania? Non so le intenzioni reali, ma oggi devo sperare ci sia l’immissione di denaro attuale, scoffessando tutte queste cose. Se si rimane nella proposta condizionata, vuol dire che non ha interesse a salvare.”

“Scadenze? Non diamo termine oltre il 15 maggio, con immissione di denaro immediato e compartecipazione. Tempi comune Mascalucia? Non apro polemica, il 15 marzo il sindaco disse che si sarebbe potuto concludere in 40 giorni. E la trattativa ha risentito delle lungaggini burocratiche. Sugli 800 mila euro, c’era in effetti una cifra per il diritto d’opzione ed entrare nel Catania, ma quella per poter esercitarlo era maggiore. Inoltre quei soldi non servirono per gli stipendi ma per pagare crediti scaduti. È stato comunque un segnale.”

“Compattezza dei soci e voci di querele per infedele patrocinio? “Nelle famiglie si litiga ed anche nelle società. Divergenze nate sulla vicenda Tacopina, comunque legittime. Ma divisione è errato. Obbiettivo salvare Catania e su come affrontare futuro insieme. Catania e Sigi sono due entità, comunque Sigi ha il 100% delle quote e detiene totalmente il Calcio Catania. Può anche venderne una parte, o la totalità. Anche ad andare avanti coi propri mezzi.”

“SIGI può mettere questi 4 milioni? Danneggiati oggettivamente dal tempo, troppo tempo perso. Soci hanno dato disponibilità, 2-3 milioni si, 6-8 ci sarebbe un po’ di difficoltà. Per questo, chi vuol salvare il Catania ce lo faccia sapere, e che qualcuno si assuma le responsabilità di averci lasciato soli. Elogi personali di Tacopina? Mi auguro solo perché abbia avuto a che fare maggiormente con qualcuno. Ogni elogio al singolo, va detto a Sigi. Citando Magni, immagino alludesse a questioni personali. Oggi più compattezza che mai. Mi ha un po’ amareggiato la menzione singola e non collettiva. Ripercussione sui playoff? Non abbiamo acceso noi la miccia, preferendo discorsi interni. Bastava sederci e discutere dato che è stato qui una settimana, ma suoi professionisti sempre impegnati, e non se ne potuto parlare. Tacopina ha avvertito del comunicato che voleva fare, ho tentato di dissuaderlo per non contestualità coi tempi, ma lui ha spiegato che andava fatto per dare evidenza ai suoi investitori. La mattina che parti chiesi una soluzione.”

“Gestione trattativa più silenziosa? La prima volta venne con una cabrio, voleva l’esposizione mediatica, anche utile per accogliere investitori negli Stati Uniti. Noi forse più abituati a lavorare sotto traccia. Preliminare aveva meccanismi progressivi, prima ridurre il debito, poi dare evidenza fondi, poi chiudiamo.. purtroppo la lungaggine non ha aiutato. Inoltre la questione relativa all’evidenza dei fondi non si fa così.”

“Un po’ populista dire che Sigi attenda il Messia, e che dovrebbe uscire 10 milioni come fosse un dovere.. ieri hanno minacciato mio figlio. Questo populismo crea tutto ciò. Ad agosto primo contatto con Tacopina, che ha chiesto esclusiva. Il Piano B non è stato potuto fare, poiché legati a questa trattativa, pensando di chiudere a febbraio. Non ci poteva essere piano B, ma solo cedere come previsto nel preliminare. Siamo ancora disposti a portare avanti la trattativa. Da qualche giorno pensiamo al piano B, ma l’intenzione primaria è cedere o far partecipare a chi vuol salvare il Catania.”

Sul punto è intervenuto l’avvocato Augello, precisando che a Luglio il Catania stipulò un accordo di concordato, non un piano industriale: “Col tribunale c’era un concordato, non piano industriale. Piano di ristrutturazione, oltre a salvare la matricola. Poi scoperti altri debiti.”

“Società con cui è stato stipulato il contratto doveva allarmare per basso capitale sociale?  Anche Sigi aveva 55 mila euro di capitale sociale a maggio scorso e oggi 8 milioni. Situazioni che possono accadere nella prassi, con la costituzione società ad hoc, con poco capitale. Situazioni frequenti, non necessariamente allarmanti.”

“Dobbiamo continuare perché avevamo garantito al tribunale continuità aziendale? Il tribunale scrisse di non aver responsabilità sulla veridicità dei numeri legati all’entità dei debiti. Una sorta di “vi diciamo 50, ma possono essere di più..” Chi dice che a Giugno c’era certezza di non avere introiti, dice il falso. Chi immaginava saremmo stati ancora qui adesso? Chi poteva pensare ad incassi 0? Uno sponsor ad agosto firmò un contratto, se avessero saputo la certezza di 0 spettatori non avrebbero sponsorizzato. Altri sponsor ci hanno detto che ci avrebbero dato quanto dovuto, ma che avrebbero anche potuto non farlo.”

Il direttore Pellegrino sul punto:

“C’eravamo anche attivati per riaprire il centro sportivo, parzialmente. Oltre ad investimenti. Sponsor calcolati anche nella costruzione della squadra, anche relativamente agli sponsor, poi persi 2-3.”

Infine Ferraù: “Creditori e correnti li pagherà e garantirà Sigi. Le transazioni? dipende dai prossimi 4-5 giorni.”

Gabriele Di Mauro

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