CERCASI SOLUZIONI

La situazione in casa Catania negli ultimi giorni sembra complicarsi sempre di più. I debiti da saldare, i soldi per l’iscrizione al prossimo campionato e le spese di gestione sono solo alcuni dei problemi che Sigi deve affrontare nell’immediato per evitare la catastrofe sportiva scongiurata in extremis lo scorso 23 luglio. I toni nella conferenza stampa di ieri sono stati molto accesi, con la stampa locale che si è fatta portavoce dei tifosi chiedendo chiarezza alla società rossazzurra. L’avvocato Giovanni Ferraù ha sottolineato l’immediata necessità di denaro liquido nella casse del club, precisando che i soci Sigi stanno provando a cercare fondi interni o esterni per mettere in ordine i conti.

Uno degli argomenti principali è stato senza dubbio la vicenda Tacopina, che dopo circa 8 lunghi mesi sembra essere giunta a un periodo di definitivo allontanamento. Il ritardo delle risposte degli enti istituzionali non può dipendere sicuramente da Sigi, ma neanche da Tacopina. Il Catania, come detto da Giovanni Ferraù, sta lentamente morendo, e se Tacopina ha realmente l’obiettivo di salvare il Catania deve immettere liquidità immediata nelle casse del Catania. Se così farà, Sigi sarà disposta a non chiedere nemmeno un euro per se e consegnare il 51% delle quote all’avvocato Italoamericano. La risposta di Tacopina non è tardata ad arrivare, e dalle sue parole, in cui si definisce stanco e innervosito da questa trattativa, si evince un totale disaccordo a questa proposta.

La Sigi deve dunque darsi da fare, il tempo è poco e gli obiettivi di Tacopina sembrano seguire più il portafoglio rispetto al cuore. L’auspicio di tutta la piazza catanese è che si trovi subito una soluzione per cercare di salvare di nuovo la gloriosa matricola 11700.

Simone Caponnetto

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