“QUALCHE GIOCATORE DEVE SEGUIRMI DI PIÙ”

“Devo dire che qualche giocatore deve cominciare a seguirmi e dare di più”.

Una frase – pronunciata dal tecnico del Catania, Francesco Moriero, al termine del deludente pareggio sul campo della Paganese – che non è passata inosservata. E non potrebbe essere altrimenti. Perché se è vero che l’allenatore leccese, fin dal suo arrivo ai piedi dell’Etna, ha parlato di una squadra coesa ed unita verso un unico obiettivo, da tali dichiarazioni viene invece fuori l’immagine di un gruppo non del tutto affiatato dove le individualità fanno da padrone. Ma, soprattutto, a far risuonare prepotentemente l’allarme è il fatto che una problematica di questo tipo venga fuori in un momento così delicato della stagione, ad appena un turno dalla fine della regular season, con una concreta prospettiva di doversi ritrovare a disputare la rassegna dei play-out.

E pensare che, almeno dal punto di vista mentale, il Catania visto nelle ultime giornate aveva dato la sensazione di aver ritrovato la quadratura del cerchio attorno alla figura del suo timoniere. Il quale, tra l’altro, ha sempre ribadito di prediligere l’aspetto caratteriale a quello tecnico. Una filosofia che ben si addice ad un campionato – quello di Lega Pro – dove parole come “atteggiamento” e “spirito di abnegazione” devono essere comandamenti imprescindibili per ogni calciatore. Quelli che, però, sembrano aver dimenticato gli attori protagonisti del film visto sul terreno da gioco di Pagani.

Una trama dalla quale in molti si attendevano un lieto fine e che, invece, è stata improvvisamente dirottata verso un tempo ed uno spazio intriso di insidie e fantasmi da scacciare. Ma in tal senso, il tempo non è certamente benevolo con i rossazzurri che in poche settimane saranno costretti a trovare la pozione magica per ritrovare la “retta via”. E, a Catania, per “retta via” si intende una strada che porta in alto. Con tutto il rispetto, ben lontani dai campi polverosi del calcio dilettantistico; in un film già visto circa un ventennio addietro, che nessuno avrebbe mai pensato di dover rivedere.

Antonio Longo

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