MR. TACOPINA, WHERE ARE YOU?

Iniziata la stagione la parola va data sempre al campo, dal quale e nel quale il Catania sta dando risposte più che convincenti, anche in termini di continuità e solidità, vecchi aghi nel pagliaio che nelle ultime annate sembravano quasi chimere.

Sono anni, peraltro, che il “leitmotiv” è associato ad una necessaria rivoluzione, come fosse soluzione e rimedio ad ogni problematica, convinti inconsciamente che sia anche una medicina per cancellare il passato recente, e ripartire. Proprio per tale motivo, specie dalle parti di Catania, i ribaltamenti di fronte se non difettano mai di cuore e passione, sono rivedibili nella programmazione. Riguardo il piano tecnico, è stata realmente compiuta una vera e propria opera di ricostruzione, tagliando forse un po’ frettolosamente e bruscamente elementi portanti della struttura, come Biagianti. Un modo per separarsi che ha le sue legittime ragioni, che sarebbero anche potute essere condivisibili nell’insieme di progetto presentato in un certo modo, ma che tuttavia non sono mai state manifestate, lasciando cadere nel silenzio una situazione complessa e radicata nel cuore della tifoseria. D’altronde il tifoso è parte del Catania, che merita un dialogo, di sapere e sentirsi parte di ciò che accade ogni giorno.

In un contesto dove il silenzio faceva da sfondo ad una situazione non trascurabile, veniva però presentata in pompa magna la Catania Card. Scelta necessaria e già prevista dal gruppo Sigi? Sicuramente impopolare, soprattutto per i prezzi stabiliti, e che unita alla vicenda legata a Fabio Pagliara, rende le cose meno chiare. L’assenza di una colonna portante del progetto Sigi dopo soli due mesi, è certamente sintomo di qualcosa che non quadra, a cui si aggiungono dichiarazioni non indifferenti: Pagliara stesso infatti ritiene che questo non sia più il suo progetto, quello pianificato per gettare le basi dopo l’acquisizione della società, un progetto a detta sua “che parlava di membership, ma in una ottica successiva di crowdfunding, azionariato diffuso e di coinvolgimento attivo dei tifosi”. Prima il ritardo del suo inserimento ufficiale nell’organigramma, poi lo strappo, cucito in parte dalla mediazione dell’avvocato Ferraù, poi dimessosi dal suo incarico soltanto una settimana fa. Forse non aiuta nemmeno la visita del senatore Matteo Salvini, ospite a Torre del Grifo per volontà ed iniziativa di Gaetano Nicolosi più che dalla società Catania. Ciò fa trapelare un tutt’altro che coeso e unidirezionale assetto societario, in cui potrebbe assumere un certo significato il fatto di non aver mai pubblicato una foto come società. Una gestione comunicativa da rivedere che si accentua nelle dichiarazioni di Pellegrino a Corner, sostenendo di aver pagato parte degli stipendi dal ricavato delle vendite di alcuni calciatori (Mbende e Salandria).

Nel frattempo è rimasta in stand-by la situazione che vede l’avvocato Joe Tacopina come possibile acquirente delle quote societarie di maggioranza. Da ciò che trapela, la sua offerta dovrebbe essere ufficialmente presentata entro la fine del mese di ottobre, ed avente ad oggetto l’acquisizione dell’80% del pacchetto azionario. Un ingresso, eventualmente andasse a buon fine la trattativa, che si spera possa portare a definire l’intera questione ed assetto societario, proseguendo su quanto di grande abbia realizzato Sigi, ma che necessita di evidenti aggiustamenti, che potrebbero davvero arrivare da Mister Tacopina.

Gabriele Di Mauro

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