LEGA PRO: LA FORMULA DI GRAVINA

Un ritorno al passato dal sapore agrodolce quello ipotizzato dal Presidente di Lega Pro Gravina. Il progetto è ambizioso e si caratterizza per l’ideale avvicinamento dell’ultima serie professionistica alle prime due, superando i regionalismi che contraddistinguono la Serie D e tutto il mondo dilettantistico. Allo stato attuale delle cose, infatti, l’anno prossimo la Serie C dovrebbe riprendere il cammino che la Lega Pro ha interrotto qualche settimana fa, componendosi in 3 gironi che dividono l’Italia orizzontalmente. Invece nelle rivoluzionaria, ma non troppo, idea del numero 3 del calcio italiano, la scomposizione dello stivale avverrebbe in maniera differente, ossia verticalmente.

Apprezzabile dunque l’impegno di Gravina che, comunque, dovrebbe fare i conti con le società che hanno già disputato la Serie C utilizzando questo format e che non hanno esitato a contrastarne la riproposizione. Se la competizione assume respiro nazionale, banco di prova per impegni maggiori, d’altro canto rende ancor più dispendiosa la gestione economica di un club. Poco o nulla infatti sarebbe cambiato se a riformularsi fosse la terza serie tedesca, mentre è sensibile e concreta una modifica che impegnerebbe il Catania a trasferirsi, nella peggiore delle ipotesi, non in Puglia, ma in Trentino per disputare una trasferta: questione di pura e mera geografia, fattore fondamentale da considerare in una nazione lunga come la Route 66 e larga come la percentuale di chi si aspettava che a Thiago Motta fosse assegnato il 10 in Nazionale, ahi noi!

È dunque auspicabile spremere ancor di più le casse dei club di Lega Pro, messe a dura prova già dai disagi economici a cui inevitabilmente vanno incontro, senza un’apparente giusta causa? Probabilmente no!

Carlo Maria Castiglione

 

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