LE FAVOLE HANNO SEMPRE UN LIETO FINE!
Dal 2010, il flusso di migranti dall’Africa del Nord ha spesso portato in Italia uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare il loro paese di nascita, portandosi dietro centinaia di miglia di racconti, storie di esseri umani disposti a rinunciare agli affetti personali, per sfuggire a guerre, persecuzioni e capi di Stato dispotici, somiglianti più a tiranni che a governatori. Rischiando più per disperazione che per paura, questa gente ha altresì affrontato viaggi duri ed interminabili, attraversando deserti ed infiniti viaggi in mare, in barconi a dir poco precari, con lo sguardo rivolto a nord e con la voglia di riscatto, di una vita migliore, inseguendo un sogno: Europa.
Fra la miriade di commoventi storie che sono arrivate a noi, si affiancano i racconti drammatici riportati quotidianamente dai notiziari, di chi non ce l’ha fatta. E proprio in memoria di quest’ultimi, Kalifa Manneh ha raccontato la sua storia di migrante ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
Kalifa Manneh, classe 1998, nato a Serre Kunda, la più grande città del Gambia, è sempre stato un ragazzino determinato e con un unico grande sogno, quello di giocare a calcio. È sempre stato disposto a far di tutto per realizzare ciò che in Gambia sembrerebbe quasi un’utopia: “Io avevo cominciato a giocare a calcio per strada, sui campi vicino casa che erano costruiti più con la sabbia che con la terra battuta”.
Così decise di fuggire ed approdare in Italia e lo ha fatto su un barcone: “Perché ho deciso di fuggire? Mio padre è andato via per evitare problemi. E voleva evitare anche le mie sofferenze”. Ed ancora: “Così ho parlato con i famigliari. Disposto a rischiare. Non voglio spettacolizzare quella scelta. Ho rischiato, certo, ho viaggiato con la paura che potete immaginare. La sera, stremato, mi sono addormentato e al risveglio ero già quasi approdato in Sicilia. Sono partito con persone amiche, ragazzi che sognavano come me di giocare a calcio o di lavorare”.
Approdando a Siracusa, Kalifa venne trasferito in un centro di prima accoglienza, dove incontrò per la prima volta l’avvocato Carla Trommino, fondatrice di AccoglieRete, associazione per la Tutela Dei Minori Stranieri Non Accompagnati. Fu la persona giusta per Manneh: “A Siracusa ho sofferto perché pensavo di non poter giocare, ma il mio tutor non ha spento i miei sogni, anzi li ha decisamente incoraggiati”. Infatti l’avvocato Trommino convinse il Calcio Catania a dare un’opportunità al giovane ragazzo gambiano.
Manneh colse letteralmente la palla al balzo. Durante il provino impressionò i tecnici del Catania e venne selezionato per un posto nella Beretti, ricoprendo il ruolo di terzino sinistro. Così a 16 anni entrò a far parte delle giovanili etnee, allenato da mister Giovanni Pulvirenti che lo schiera in 24 occasioni.
Il debutto in prima squadra avvenne il 12 febbraio 2017, in occasione del match Akragas-Catania, conclusosi con il risultato di 2-1, giocando solo 8 minuti.
Le ottime prestazioni in campionato attirarono le attenzioni di mister Lucarelli che lo premiò con la promozione in prima squadra, dove dall’alto dei suoi 172 centimetri e con l’esplosività che ha nelle gambe venne impiegato 19 volte durante la stagione di Serie C 2017/2018, ricoprendo il ruolo d’esterno d’attacco o di ala sinistra, siglando anche la prima rete in campionato contro il Cosenza, nel pareggio interno per 2-2.
Il 2 luglio 2018, al termine della stagione, con una promozione sfiorata, Kalifa Manneh sigla il suo primo contratto da professionista con il Catania, festeggiando l’obbiettivo raggiunto, con un gol vittoria alla prima uscita stagionale contro il Rende, il 29 settembre 2018.
Dopo una favola tanto imbrigliata quanto a lieto fine, l’attaccante con la maglia numero 19 ha così chiosato: “Ora vorrei vincere il più possibile con il Catania”. E chissà che non sia lui a portare in Serie B la compagine etnea. Magari siglando il gol promozione!
Ugo Zinna