INVOLUZIONE…

Sei punti nelle ultime sette partite. Tra queste, la bruciante sconfitta contro il Palermo. Comincia a riecheggiare la parola “crisi” in casa Catania. E se è vero che la classifica rispecchia ancora le aspettative iniziali, il passo falso di sabato contro il Teramo non è immune da strascichi.

La squadra di Raffaele è apparsa contratta e inconcludente per quasi tutti i 90 minuti. Troppo affannosa e imprevedibile la manovra offensiva degli etnei, mai in grado di impensierire seriamente la difesa schierata dal tecnico Maurizi. Neanche dopo essere passati in svantaggio al 29°, i rossazzurri sono riusciti a tirare fuori il mordente e la verve dei giorni migliori. A poco sono serviti i cambi apportati da Raffaele: anche Reginaldo, Sarao e Piccolo, infatti, sono finiti neutralizzati dalla ragnatela biancorossa, che già nella gara di andata aveva dato prova di efficacia e solidità. In città, inoltre, è aperto il dibattito sulle responsabilità di Confente in occasione del gol degli ospiti e qualcuno inneggia a un ritorno di Martinez tra i titolari.

La sensazione generale è che la vittoria di Bisceglie sia stata soltanto una parentesi inserita in un contesto di preoccupante involuzione graduale. Certo, qualche attenuante c’è: come la serie surreale di infortuni anche di uomini chiave come Russotto e Piccolo, oppure le troppe partite ravvicinate con frequenti trasferte lunghe e faticose. Le recriminazioni, nel calcio, però, non portano punti. Anzi la realtà dice che tra poco più di 48 ore si torna in campo a Torre del Greco. Una partita dal sapore amarcord contro una squadra anch’essa in difficoltà. Ma in Serie C l’insidia è sempre dietro l’angolo e guai ad abbassare la guardia. D’altra parte, adesso la pressione è tanta e la trasferta campana ha compito di rappresentare un primo mattoncino per ritrovare fiducia e serenità

Antonio Longo

Foto: calciocatania

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