IL CATANIA TRA TRIBUNALE, COLLEGIO ARBITRALE E CALCIO GIOCATO

Nel primo pomeriggio del 28 maggio, come rivelato dalla redazione di Unica Sport, il Tribunale etneo per mezzo di una prima PEC ha comunicato a Finaria S.p.A. di aver ritenuto ammissibile la domanda di concordato preventivo in bianco presentata il 23 maggio dalla stessa perché “non ritenuta abusiva”, ossia non tesa a rallentare le tempistiche di una possibile vendita o a perdere tempo.
Da questa decisione discende che entro sessanta giorni (entro il 23 luglio, n.d.r.) la holding controllante il Calcio Catania deve presentare al Palazzo di Giustizia di Catania il piano industriale di rilancio che intende attuare.
A vigilare sull’operato dell’attuale governance e sulla procedura ci saranno due commissari giudiziari, nominati dal Tribunale: la commercialista catanese Letizia Guzzardi e il professore cesenate Antonio Rossi.

In una seconda PEC, sempre del 28 maggio, il Tribunale ha invitato i legali di Finaria e il liquidatore della holding, Gianluca Astorina, a presentare entro 5 giorni (entro mercoledì, n.d.r.) una relazione dettagliata su onorabilità, consistenza economica e piano industriale dell’offerta di acquisto del Calcio Catania formalizzata in data 25 maggio dalla S.I.G.I. S.p.A.
Tale relazione verrà valutata attentamente dal Tribunale, il giudizio del quale suggerirà in qualche l’evoluzione della vicenda Catania.
Da non sottovalutare poi la possibilità che il Palazzo di Giustizia apra una procedura competitiva concorsule, una sorta di asta per l’acquisto del Catania che vedrebbe come protagonisti la S.I.G.I. e gli altri possibili acquirenti(?).

Cosa comporta quindi l’ammissione da parte del Tribunale della richiesta di concordato preventivo in bianco?
Innanzitutto implica il rigetto della misura cautelare richiesta dai P.M. Regolo e Tasciotti nell’istanza di fallimento del 13 maggio consistente nell’azzeramento immediato del CdA rossazzurro (oggi costituito soltanto dal dottor Gianluca Astorina, liquidatore di Finaria e nominato il 28 maggio Amministratore Unico del club rossazzurro, n.d.r.) e secondariamente l’annullamento dell’udienza del 9 giugno, quando si sarebbe dovuto discutere del fallimento del Catania.

Capitolo messa mora dei giocatori. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, la posizione dei rossazzurri è chiara: aspettare l’evolversi della vicenda Catania per capire come muoversi, tenendo sempre d’occhio la data del 20 giugno, ultimo giorno per adire il Collegio Arbitrale della Lega Pro.
Come precedentemente spiegato nel nostro articolo “Costituzione in mora e poi?”, dopo il 20 maggio (ultimo giorno a disposizione del Catania
per il saldare gli emolumenti dovuti dei mesi di gennaio e febbraio, n.d.r.) è maturato pienamente il diritto dei giocatori rossazzurri di rivolgersi al Collegio Arbitrale della Lega Pro per richiedere la risoluzione d’ufficio del contratto che li lega alla società etnea (il termine ultimo per poter fare ciò è il 20 giugno, n.d.r.)

Intanto prosegue il pagamento parziale o totale degli stipendi relativi al IV bimestre (gennaio-febbraio).
Secondo quanto raccolto nei giorni passati da La Sicilia, nei prossimi giorni Silvestri, Pinto e Di Molfetta dovrebbero aggiungersi alla lista dei sei giocatori (Biondi, Manneh, Mbende, Welbek, Salandria e Noce) a cui sono stati già corrisposti gli stipendi arretrati.

Pochi giorni fa il Direttivo della Lega Pro si è riunito in presenza anche del Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e ha esposto a quest’ultimo la posizione della Serie C circa il ritorno in campo e riassumibile in questi punti:

  • impossibilità di continuare il campionato 19/20 e disputa solo dei playoff su base volontaria e dei playout (solo nei gironi A e B sarebbero necessari perché in quello C il distacco superiore agli otto punti tra Picerno e Rende da un lato e Sicula Leonzio e Bisceglie dall’altro condannerebbe Rende e Bisceglie alla retrocessione diretta, n.d.r.).
  • retrocessioni in D dell’ultima classificata di ogni girone (Rieti, Gozzano e AJ Fano).
  • promozione diretta in B per Reggina, Monza e L.R. Vicenza.

Una posizione che dovrà trovare l’avallo del Consiglio Federale FIGC, in programma l’8 giugno, che in caso di risposta positiva dovrà indicare la data precisa di inizio dei playoff (si è orientati verso gli inizi di luglio, n.d.r.), preceduti dalla finale di Coppa Italia di Serie C tra Ternana e Juventus U.23 (presumibilmente il 28 giugno, n.d.r.)

In questo scenario generale tra concordato preventivo in bianco, offerta d’acquisto e messa in mora dei giocatori, è così sicuro che il Catania deciderà di partecipare ai playoff affrontando nella prima partita la Virtus Francavilla o la Vibonese (in caso di vittoria della Ternana contro la Juventus U.23 nella finale di Coppa Italia di Serie C, n.d.r.)?
Nonostante gli allenamenti a Torre del Grifo siano sospesi fino al 14 giugno, molti rossazzurri come Martinez, Mazzarani, Curcio, Pinto e Vicente stanno continuando ad allenarsi individualmente ed in gruppo in un noto impianto sportivo di Catania in attesa che riapra TdG.
Altri (leggasi Silvestri, Mbende e tra poco Di Molfetta, n.d.r.) hanno già fatto gli scatoloni e lasciato le pendici dell’Etna per fare ritorno nelle proprie città d’origine.

L’eventulità di giocare i playoff in Serie C è storia recente in quanto precedentemente l’ex Lega Pro era andata nella direzione di scegliere d’ufficio la quarta promossa, tuttavia nel precedente Consiglio Federale ha trovato di fronte a sè un muro chiamato Grabiele Gravina che vuole a tutti costi che si torni a giocare anche in C.
Di fronte a tale situazione cosa sceglieranno di fare i giocatori del Catania pagati solo parzialmente o non pagati del tutto, visto che i playoff sono destinati a cominciare i primi giorni di luglio e il termine ultimo per rivolgersi al Collegio Arbitrale è il 20 giugno?

Bisogna fare una importante precisazione in tema di messa in mora e prestazione dei giocatori e a riguardo abbiamo contattato direttamente l’AIC. Secondo la giurisprudenza (in verità molto datata, n.d.r.) del Collegio Arbitrale, se il periodo di 20 giorni successivo alla costituzione in mora da parte dei giocatori è passato senza ottenere risultati dalla società (come nel caso del Catania, n.d.r.), il calciatore può rifiutarsi di fornire le proprie prestazioni professionali in base all’art. 1460 c.c. e al principio “inadimplenti non est adimplendum“, cioè “all’inadempiente non è dovuto l’adempimento”. Tuttavia, si tratta di un comportamento che, pur lecito, potrebbe essere contestato dal Catania con un ricorso al Collegio Arbitrale che potrebbe essere, in teoria, vinto dalla società rossazzurra.

Altro nodo da sciogliere riguarda i contratti e il prestito, nel caso di Capanni, in scadenza il 30 giugno, giorno in cui viene convenzionalmente fatta terminare la stagione.
I giocatori rossazzurri interessati da questa situazione sono Biagianti, Rizzo (il Catania ha il diritto di opzione per il prolungamento del contratto per un altro anno, n.d.r.), Beleck, Marchese ed Esposito.
Da una parte la FIGC già nell’ultimo Consiglio Federale ha indicato il 31 agosto come termine della stagione 19/20 e l’1 settembre come giorno d’inizio di quella 20/21, dall’altra la FIFA giorni addietro ha dettato delle linee guida che però devono essere recepite dalle singole federazioni: per i prestiti con scadenza 30 giugno il prolungamento fino al 31 agosto è automatico, mentre per i contratti l’estensione per gli altri due mesi non può avvenire d’ufficio, ma deve essere il frutto della contrattazione tra club e il singolo giocatore. Vedremo come si muoverà la FIGC e di conseguenza la Serie C.

Claudio Pisi


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