FERRAÚ:”PASSIAMO TUTTI INSIEME IL TESTIMONE A UN FUTURO INVESTITORE”


Ecco i punti salienti delle dichiarazioni del presidente di Sigi nella conferenza stampa andata oggi in scena a Torre del Grifo:

“Nelle ultime settimane abbiamo mantenuto il silenzio per le trattative in corso. Ve ne erano 4 in corso, 2 in stato molto avanzato. Mercoledì una delle due è venuta meno per ragioni imputabili all’investitore dopo uno scambio di carte di circa un mese. Sempre lo stesso giorno anche uno sponsor internazionale ci ha comunicato che non era possibile andare avanti. A quel punto, entrambe le notizie ci hanno lasciato con il fiato corto.

Il problema è sempre lo stesso: gli investitori si avvicinano, si documentano e poi quando conoscono la situazione tornano indietro. Io sono qui perché metto la faccia nei momenti di gioia e nei momenti di difficoltà. L’iniziativa non tende a raccogliere del denaro ma serve a rendere partecipi tutti i tifosi del Catania. Odio la parola “salvezza” del Catania, non mi piace questa parola. Io preferirei dire “rilanciare” Il Catania. Questo rilancio ha un’importanza sociale fondamentale per l’intero tessuto e per questo il Catania deve vivere. Già 82 persone hanno fatto il bonifico e le ringraziamo per questo. Contribuire a rilanciare il Catania è importante per tutta la città. Ci sarà il momento della disgregazione, delle offese, dei fallimentaristi: ma non oggi, oggi c’è questa società da salvare. Oggi c’è bisogno di compattezza e bisogna che Catania risponda insieme presente. L’imprenditoria che vuole sostenerci c’è. Da quando abbiamo preso le redini della società nessuno ha mai detto che andremo in serie A: Sigi ha sempre sottolineato che  avrebbe salvato la matricola e che l’avrebbe successivamente passata a un investitore forte e appassionato. Con gli imprenditori con cui stiamo discutendo sarebbe utile una dimostrazione di entusiasmo, perché potrebbe spingerli ad andare avanti nelle trattative . Chi urla al fallimento fa un danno al Catania. Il denaro dell’iniziativa sarà utilizzato solo se il Calcio Catania si iscriverà al prossimo campionato:  nessuno qui si aspetta che avvenga il contrario, ma se ciò non avvenisse ogni soldo verrà restituito. Il garante di questo è la Sigi, per questo chiederemo anche l’Iban per una eventuale restituzione. Per me adesso è il momento dell’aggregazione e riguarda solo per chi ama il Catania e vuole la salvezza della società. A chi vuole disgregare l’ambiente non gli darei retta. Però la verità va detta. La verità è che Sigi ha stipulato un contratto un contratto di opzione di acquisto del 15% a marzo. [….]

Qui si accenna alla vicenda Tacopina, per cui secondo Ferraú l’americano non avrebbe adempiuto ai suoi obblighi contrattuali. Il presidente di Sigi ha per questo sottolineato che i 600mila euro non sarebbero stati una regalía: ma un investimento non ottemperato in pieno, poiché nelle carte erano previste ulteriori somme per l’acquisizione del 15% della società.

Poi l’avvocato continua:

“Noi stiamo facendo tutto il possibile.  All’appello mancano 800 000 euro, Sigi è convinta che se iscriviamo la squadra al campionato possiamo cercare investitori validi che possano mettere 15 milioni di euro. Sigi garantirà la continuità aziendale finché non arriverà qualcuno. Vogliamo trovarne gente che dica:” 15 milioni di euro li metto”. Ma per fare questo bisogna arrivare al 28 giugno.  Poi faremo un mandato per trovare un acquirente a uno studio internazionale che si occupa di acquisizioni.

L’iscrizione al campionato è necessaria. Noi per mettere il Calcio Catania sul mercato abbiamo bisogno di questo. I 2.3 milioni devono essere messi sul conto corrente, verranno pagati i debiti sportivi con quelli, il resto rimarrà in cassa. Quindi non mi preoccuperei per il dopo-iscrizione. Noi siamo convinti che se ci iscriviamo al campionato, si faranno vivi tutti gli interessati. Prima, non abbiamo potuto cercare investitori internazionali perché eravamo legati una clausula di esclusività. Non vogliamo perdere 75 anni di storia, ci dobbiamo tentare insieme. Un investitore non vuole il crowfounding, non vorrebbe parlare con 1000 piccoli azionisti, per questo non ci siamo potuti muovere finora. E non potevamo fare una campagna di pre abbonamento perché dovremmo essere sicuri dell’iscrizione. Il fallimento? Chi fa impresa sa che è un rischio possibile. Per noi è un rischio minimo, però c’è, non voglio ancorarlo a una percentuale. Se Catania dovesse rispondere assente c’è un rischio minimo che si fallisca. Il rischio è che gli investitori scappino, che non investano. La società è in difficoltà ma l’ipotesi del fallimento è residuale. Giovedì gli investitori di Sigi hanno messo altro denaro ma adesso siamo in difficoltà. Non c’è niente di male a dire questo. La credibilità è data dai numeri visti finora.

[…]Per me anche il contributo di  50 euro vale 5 milioni di euro. Verrà fatta una rendicontazione giornaliera, per come ci consente il sistema dei bonifici. Giornalmente fino al 25 giugno daremo la cifra raccolta che è secondaria, e il numero di tifosi che è più importante. Per quanto riguarda la cifra, non c’è un tetto minimo o massimo, serve una conferma ulteriore che Catania risponda presente. Una delle cose belle dette da qualcuno era:” Belli i 12 Milà all’olimpico”. Quella sono la vetrina per chi vuole investire. La Covisoc non ha fatto nessun rilievo e ha posto l’indice a 2.3 milioni come ci immaginavamo. La società ha svolto il suo lavoro alla perfezione, la continuità aziendale è stata garantita bene. L’entusiasmo è chiaro che non basti da solo ma è un elemento importante, se manca l’entusiasmo non si va avanti in qualsiasi attività imprenditoriale. Gli interlocutori che non hanno voluto fare l’affare avevano nemico il tempo, non avevano il tempo per esaminare la questione.[…]

Sui nastri di partenza ci sono numerosi investitori. Io sono convinto che l’alternativa c’è. Perché un investitore straniero dovrebbe venire? Per Torre del Grifo è appetibile. Ma anche per l’entusiasmo della città di Catania che non è Benevento, non è Ferrara [ride]. Uno degli investitori ci ha detto: voglio porto, areoporto e Tifosi.  Lo scorso 23 luglio eravamo messi peggio di oggi, mister Pellegrino ha fatto una squadra che è arrivata quinta in campionato. Oggi la situazione è paradiso, non mi occupa il dopo. Abbiamo un vivaio che non possiamo disperdere. Lo sappiamo di non potere fare affidamento, oggi, sulle due interlocuzioni. Al momento, nessuno se non un innamorato investe sul Catania. Il catanese è l’unico che può farlo. Solo lui può passare in futuro al testimone all’investitore”.

Redazione Catania Channel

Se ti è piaciuto, leggi anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *