CATANIA: PIÙ INTRAPRENDENZA VERSO IL SALTO DI QUALITÀ

Foggia-Catania si chiude con un punto per parte. Per chi non avesse guardato la gara dello “Zaccheria”, lo 0-0 con il quale i rossazzurri chiudono la trasferta in terra pugliese sembra essere un risultato soddisfacente (data la classifica che vede la squadra di Stroppa al terzo posto in classifica). Per coloro i quali hanno seguito la gara di ieri, invece, c’è ancora qualcosa su cui riflettere e, forse, recriminare.

La squadra di Pino Rigoli, infatti, ha proposto una prestazione a due facce: tanto positiva e sicura nel primo tempo, con una tattica sì attendista, considerando e rispettando il valore di un’ottima formazione come è il Foggia, ma mai rinunciataria, ad un vero e proprio “catenaccio” che ha, invece, caratterizzato gran parte, se non tutta, la seconda frazione di gioco. Tutto ciò, sommato al “gol fantasma” di Fornito con un una rovesciata “alla Holly e Benji” nel corso della prima frazione di gioco, lascia un po’ l’amaro in bocca, non tanto per il risultato, poiché era una delle trasferte più difficili della stagione, quanto per l’atteggiamento, apparso da squadra che riconosce la superiorità degli avversari.

Il fatto che il Foggia, se non come valore assoluto dei singoli giocatori, sia più avanti rispetto al Catania per quanto riguarda impianto di gioco e capacità realizzative è fuor di dubbio. Lo dicono sia la classifica, che vedrebbe i “satanelli” davanti agli etnei anche senza la penalizzazione, sia per il numero di reti realizzate: 18 contro 13. Nonostante ciò, è altrettanto innegabile che il Catania deve avere l’obiettivo di arrivare e superare tale livello, dato il maggiore blasone di una società reduce da numerosi campionati in categorie ben diverse da quelle calcate dal Foggia. L’unico modo per riuscirvi è, quindi, cercare di scendere in campo sempre per cercare di “far male” all’avversario, anche semplicemente con delle ripartenze veloci, come fatto nei primi 45 minuti, quando i ragazzi di mister Rigoli hanno anche spaventato gli avversari, senza subire molto.

Nella ripresa, invece, il baricentro è stato molto abbassato, consentendo ad una squadra non molto brillante fisicamente di schiacciare i rossazzurri nei propri 25 metri, lasciando il solo centravanti, Paolucci prima e Anastasi poi, a battagliare vanamente pur di avere qualche pallone giocabile.

La scelta, a giudicare dal risultato, è stata premiata: Rigoli voleva non uscire dallo “Zaccheria” con una sconfitta, soprattutto per non interrompere l’ottimo momento che vive il suo gruppo, ed è riuscito nel suo intento. C’è però da sottolineare come, proprio a causa dei suoi cambi, la squadra abbia sofferto molto e, senza la solita ottima prestazione di Pisseri, i tiri da fuori concessi agli avversari avrebbero anche potuto causare una sconfitta che, a quel punto, sarebbe stata a dir poco beffarda.

Ora, è doveroso rispettare gli avversari, ma è anche vero che, per vincere lontano dalle mura amiche, bisogna avere una mentalità più propositiva e coraggiosa; molti sosterranno che non era la gara di ieri, vista la difficoltà dell’impegno, la più indicata per tale cambio di rotta, ma quello del tabù in trasferta sta diventando un problema insolubile per mister Rigoli, il quale, aspettando dei nuovi innesti a gennaio, non è ancora stato in grado di zittire la critica meno indulgente. Il tempo è tiranno, purtroppo, ed è il momento di tornare alla vittoria esterna per non ripetere svarioni come quelli di Melfi o Taranto.

Intanto la classifica migliora e la zona playoff si avvicina. Manca poco per il salto di qualità e riuscire ad ottenerlo è un dovere per dimostrare di essere degni della pazienza di tutta la piazza.

Claudio Maggio

 

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