Catania, lo specchio è in frantumi

 

Lo specchio si è rotto, si è fatto in mille pezzi come i sogni di gloria andati in frantumi. Questa è la sensazione di migliaia di tifosi etnei, all’indomani dallo scandalo dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Catania “ I treni del gol”. Le immagini del presidente Pulvirenti tratto in arresto e accompagnato nell’auto civetta della Polizia, sono l’epilogo inequivocabile di un finale già scritto, di una stagione iniziata male e finita peggio.

L’inevitabile discesa prende il via il 24 Marzo 2015,  all’indomani della sconfitta  contro l’Entella, il Catania si trova nella zona rossa della classifica, lo spettro di una doppia retrocessione, comincia a essere molto più di un vagolante pensiero.  Una missiva con due proiettili recapitati a Torre del Grifo ed una città imbrattata da muri con frasi ingiuriose nei confronti di Pulvirenti, spingono lo stesso presidente etneo a denunciare i fatti alla Digos. Il clima in città è teso, i tifosi organizzano manifestazioni e proteste,  si teme per l’incolumità del Patron rossazzurro.  È li che casca l’asino.  Le autorità fanno quanto di più scontato si possa fare in questi casi, mettere sotto controllo il telefono di Pulvirenti per constatare se arrivino eventuali minacce. Ma la società  è allo sbando, naviga a vista con la bussola rotta da ormai due stagioni. Il presidente Pulvirenti dà vita a un disegno criminoso, la cui trama è degna del miglior “Totò truffa”.

Saranno ben 5 le gare in cui si accerta la corruzione e la compravendita delle partite. Varese-CataniaCatania-Trapani, Latina-Catania, Catania-Ternana, Catania-Livorno. Accertamenti anche su Catania-Avellino . Saranno invece 7, i dirigenti etnei finiti agli arresti.

Delirio di onnipotenza,  tracotanza, presunzione ed incompetenza hanno mandato lo specchio in frantumi.  Le accuse di frode sportiva e truffa pesano come macigni e i supporters catanesi tremano per quelli che saranno gli esiti della giustizia sportiva. L’ipotesi più plausibile sarà la retrocessione all’ultimo posto del campionato cadetto e la conseguente retrocessione in Lega Pro con penalizzazione di punti. La serie D un’ipotesi da considerare, la radiazione da scongiurare.

Probabilmente si ripartirà dai campi di periferia, dalle piccole provincie della Lega Pro, dalle maglie senza nome dall’uno all’undici, con la certezza di avere un pubblico pronto a sostenere i colori della propria città, prescindendo dalla categoria.

 

Adriano Nicosia

 

 

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