UNA CORSA SOTTO LA CURVA

La prima vittoria a Matera aveva sorpreso; la seconda a Monopoli ha fatto gioire per l’ottima prova e per i tre punti strappati all’ultimo minuto su un campo difficile; la vittoria di ieri al “Massimino”, invece, ha fatto sì che il primo obiettivo stagionale fosse raggiunto: gli uomini di Pancaro hanno annullato la penalizzazione con tre ottime prove di cuore, grinta e sudore, ciò che ha chiesto la tifoseria.

Queste tre semplici parole sono state scritte sullo striscione esposto alla base della Curva Sud, settore sotto il quale Andrea Di Grazia ha corso dopo l’assist per Calil, che ha segnato il definitivo 4-2. Quella di Di Grazia non era una semplice corsa, era piena di emozione e sentimento, sfociati nei pugni contro la vetrata della curva e nel più ripetuto dei gesti: il bacio alla maglia – anzi – al simbolo della squadra, proprio lì sul petto, sopra il cuore. Il giovane Andrea corre verso la Sud non con le gambe, ma col cuore. Corre incondizionatamente, a prescindere dalla marcatura del gol o dal risultato: la sensazione che si percepisce è che avrebbe reagito così anche se fosse stato un portiere e fosse stato segnato l’1-0; la sensazione è che quel gesto è il più ripetuto, ma forse l’unico onesto e sincero che si è visto alle falde dell’Etna, l’unico pieno del vero significato che ne è insito. Perché? Perché per un diciannovenne, catanese di nascita e di fede, che ha vissuto – seppur non in prima persona – le vicende poco felici degli ultimi tempi, indossare quella maglia e vincere di fronte al proprio pubblico, rappresenta la vittoria più grande. Così, le parole “cuore”, “grinta” e “sudore”, si staccano dallo striscione per trasformarsi in una norma morale, in impegno, in un atto di fede nei confronti della maglia che si indossa e che, fin qui, è stata sudata e onorata.

L’impressione che questo gruppo ha lasciato in soli otto giorni è che Di Grazia sia solo la punta dell’iceberg: sicuramente la sua emozione è elevata a potenza perché legato visceralmente ai colori rossazzurri, ma per quanto visto, tutti i giocatori scesi in campo nelle tre partite fin qui disputate mettono l’anima dal primo all’ultimo minuto. Tutti lottano su ogni pallone, non tirano mai la gamba indietro e il pubblico apprezza fortemente! Lo testimoniano l’affluenza al “Massimino” (11045 presenze), il sostegno per 96 minuti e gli applausi da spellarsi le mani durati dal riscaldamento pre-partita all’ultimo momento in cui i giocatori hanno calpestato il prato verde. Insomma, il Catania è un gruppo, composto da uomini prima ancora che professionisti, i quali, nonostante la poca esperienza e la giovane età, hanno sposato coscientemente un difficile progetto. Il primo tassello del progetto rossazzurro è stato posto: la penalità è stata annullata.
Adesso inizia il campionato del Catania!

Giuseppe Mirabella

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