SOTTIL, DELUSIONE AL COMANDO

Uno dei motti dei tifosi durante questi play-off era stato ” a badda ie tunna”. Perchè basandosi su ciò che si era visto in stagione, basandosi sui numeri e sulle prestazioni fuori casa tutt’altro che esaltanti, era viva la consapevolezza che il Catania era una squadra con grandi doti ma anche con grossi momenti di vuoto. Momenti di vuoto che male si sposavano con  la logica degli spareggi promozione: dentro o fuori.

Prima con Andrea Sottil, poi con Walter Novellino, la storia non era mica cambiata. Perchè attendersi qualcosa di diverso?

Eppure il cuore dei rossazzurri era riuscito a superare il primo ostacolo chiamato Potenza. L’andata col Trapani ha poi sciolto ogni dubbio: la partita decisiva, quella da non sbagliare, era stata acciuffata per i capelli solo grazie al solito Ciccio Lodi. A quel punto,  vincere al ritorno avrebbe avuto il sapore dell’impresa, della soddisfazione insperata ma auspicabile, della vittoria che avrebbe rimediato a tutte le sconfitte inaspettate di questa stagione. Poi tutto va come non vorresti ed è tempo di analisi, non solo nei confronti di una squadra non sembrata all’altezza, ma anche verso una conduzione tecnica che si sperava portasse più risultati e un gioco più convincente.

Nelle quattro partite disputate, il mister rossazzurro ha raccolto solo 4 pareggi, ottenuti per altro, con un gioco tutt’altro che spettacolare. Avversari ostici, chiusi, abili nel pressare e nel ripartire, ma anche sempre i soliti problemi di approccio che, salvo rimedi in corso d’opera, hanno gravemente messo in salita ogni gara disputata dagli etnei. Problemi d’approccio ma anche stranezze tattiche alla vigilia di match importanti come quello appena giocato.

Llama fuori posizione in un centrocampo con Lodi e Rizzo.Poca copertura contro dei granata in possesso di ciò che i rossazzurri sembravano avere all’inizio di questa annata: la freddezza di riuscire a segnare anche nelle poche azioni a disposizione. La solita sofferenza per tutti i primi 45 minuti, poi nella ripresa quella sostituzione massiva di attaccanti che portava i rossazzurri in avanti ma con tanta, troppa confusione.

Rivoluzione, quindi, a partire dalla guida tecnica? Sarebbe un dramma se questa investisse in toto anche la squadra. Salvare le cose buone, cambiare quelle che non vanno: alla ricerca di una continuità per cementare un gruppo che ormai viene stravolto radicalmente da troppi anni.

Simone Caffi

(fonte immagine: calciocatania.it)

 

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