LUCARELLI: ATTACCAMENTO E APPARTENENZA
Storie di un calcio che non c’è più. Ben lontano da quello odierno, dominato dal “dio denaro” e da procuratori senza scrupoli. Facce pulite di uno sport che di sport oggi ha ben poco.
Tra queste, c’è certamente quella di Cristiano Lucarelli, nuova guida tecnica del Catania. Uno di quelli che di valori come attaccamento alla maglia e spirito di sacrificio ne ha fatto uno stile di vita, un marchio di fabbrica che ne ha contraddistinto l’intera carriera da calciatore. Più unica che rara la scelta fatta nel 2003, quando decise di dimezzarsi lo stipendio e scendere di categoria pur di vestire la maglia della squadra della sua città, il Livorno. Emblematica, in tal senso, la sua dichiarazione in merito alla decisione presa: “Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, una Ferrari, una villa al mare. Ecco io con questi soldi mi ci sono comprato la maglia del Livorno“.
Storie d’altri tempi, come detto. Ma valori ancora ben impressi nel DNA del tifoso etneo. Uno di quelli che, a dispetto delle qualità tecnico/tattiche, reputa l’aspetto morale requisito essenziale per entrare a far parte della comunità rossazzurra. E chissà che, in qualche modo, la storia di Cristiano Lucarelli non abbia in qualche modo inciso sulla scelta del direttore Pietro Lo Monaco, anche lui nostalgico di un calcio vecchio stampo. Con la speranza che il binomio Lucarelli-Catania possa essere preludio di una nuova favola. A lieto fine, ci si auspica.
Antonio Longo
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