Livorno-Catania: “Picchi” campo ostico per gli etnei

Che l’Armando Picchi non sia tradizionalmente uno stadio “amico” al Catania è risaputo. Nelle 20 sfide disputatesi in totale tra le due squadre, infatti, i numeri parlano chiaro: 12 vittorie amaranto, 6 pareggi e 2 soli successi rossazzurri, l’ultimo dei quali risalente alla lontana stagione 1966/1967. Il precedente che fa più discutere è stato quello tenutosi in Serie B 11 anni orsono, che tanto fece arrabbiare società e tifosi etnei.
È il 7 Dicembre del 2003; a Livorno si fronteggiano la squadra allenata da Walter Mazzarri, che poi a fine anno festeggerà la promozione in Serie A e il Catania rivelazione guidato dal tandem Colantuono-Matricciani.
I padroni di casa riescono a passare in vantaggio sul finire della prima frazione di gioco grazie a uno sfortunato autogol di Andrea Giallombardo, allora terzino sinistro etneo. I rossazzurri però, spronati nell’intervallo dai loro coach, rinsaviscono e dopo un secondo tempo all’arrembaggio, ribaltano il match grazie alla prodezza firmata Peppe Mascara al 63’ e alla rete in contropiede di Jaroslav Sedivec al fotofinish, proprio al 90’.
Sembra fatta, ma tra il Catania e i 3 punti decide di mettersi in mezzo tale Andrea De Marco, all’epoca giovanissimo arbitro all’esordio in cadetteria.
Il fischietto di Chiavari, di fatto, si erge a protagonista assoluto della contesa: prima s’inventa dal nulla un inesistente recupero di 7 minuti, poi regala clamorosamente un rigore ai labronici per l’atterramento di Igor Protti ad opera di Delvecchio, fallo in realtà avvenuto circa 2 metri fuori dall’area di rigore. Finisce 2-2. Al fischio finale non tarderanno a scatenarsi le legittime proteste dei 300 tifosi rossazzurri giunti in Toscana, ma soprattutto del ds Guido Angelozzi, che parlerà apertamente di “partita pilotata figlia di un complotto in atto contro il Catania”.
Tralasciando il passato per sfatare il tabù Livorno, il Catania dovrà si sfoderare una prestazione di altissimo livello, ma anche sperare che Di Paolo, arbitro designato per l’occasione da Farina(altro nome che evoca brutti ricordi), non voglia emulare il suo illustre predecessore.

 

Daniele D’Alessandro

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