L’ARMA LETALE ROSSAZZURRA

Archiviata la giornata numero 13, dove il Catania ha ospitato la Cavese cogliendo un punto che pur stando stretto, fa comunque proseguire il trend positivo che dura da ben 5 partite, al netto di 3 vittorie e due pareggi. Una squadra che man mano assume un’identità, sia nel bene che nel male, dando segnali di quelli che possono essere i propri limiti, ma anche e soprattutto, quelli che sono i punti forti della squadra di Raffaele.
Tra le qualità vi è senza dubbio la capacità realizzativa da palla inattiva da parte dei rossazzurri, vero e proprio spauracchio delle difese avversarie, che continua a risultare una efficace soluzione alla partite, oltre che per il numero di centri a rete, anche per il numero dei diversi calciatori che hanno timbrato le marcature. Nelle prime 3 giornate sono stati i centrali difensivi a rubare la scena, rispettivamente Clayton su calcio d’angolo servito da Vicente che ha permesso di agguantare il pari con la Paganese, poi Silvestri, che già aveva sfiorato il gol proprio contro la Paganese su cross di Dall’Oglio sempre dalla bandierina, rifacendosi poi la settimana dopo incornando uno splendido assist da parte di Rosaia dalla trequarti di campo; ed infine Tonucci, abile a sfruttare una sponda di Silvestri nata dagli sviluppi di un corner e spingere a rete. Da palla inattiva sono arrivate anche le reti di Sarao e Maldonado, l’uno su rigore contro la Virtus Francavilla, l’altro su punizione contro la Ternana, ed ancora da palla inattiva ha origine la rete del pareggio nel derby col Palermo da parte di Pecorino, che non esita a fare a sportellate con la difesa rosanero su cross di prima intenzione di Rosaia, servito da fallo laterale. Così, anche il reparto offensivo ha iniziato a contribuire alla finalizzazione, come dimostrano anche le ultime uscite, ancora con Sarao e Pecorino, che hanno raccolto le pennellate di Maldonado e Pinto battendo la porta di Vibonese, Bisceglie e Cavese. Sono complessivamente 9 le reti nate dagli sviluppi di palle inattive, soprattutto fra tiri dalla bandierina e punizioni dalla zona di trequarti di campo, ma sono ben 6 le diverse firme sul tabellino, vale a dire Clayton, Silvestri, Tonucci, Sarao, Pecorino e Maldonado, e sono stati ben 4 i piedi in grado di confezionare occasioni su occasioni, quali Dall’Oglio, Rosaia, Maldonado e Pinto, e da svariate zone del campo e palla da giocare. Cosa significa tutto ciò? Significa una grossa arma e tante frecce nell’arco per i rossazzurri, significa avere duttilità e non dipendere da questo o quel calciatore, significa avere consapevolezza e fiducia in un tipo di giocata che, sia per il battente che per finalizzatore, ha trovato prolificità e continuità, e significa anche mettere pressione all’avversario, ben conscio che c’è poco da scherzare in questo tipo di gioco contro gli etnei.

Gabriele Di Mauro

(Fonte foto: calciocatania.it)

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