LA LEGGE DELL’1-0
Solidità, compattezza e concretezza. Tre ingredienti fondamentali per il campionato di Serie C. Tre concetti ben assimilati dal Catania di mister Lucarelli, che sembra finalmente possedere i requisiti giusti per recitare un ruolo da protagonista in quella che rappresenta forse la categoria più ostica del calcio professionistico italiano.
D’altra parte i numeri parlano chiaro: 14 le partite disputate dai rossazzurri, 10 le vittore di cui ben 8 maturate col risultato di 1-0. Un trend lineare, interrotto solo dai due export nelle due partite contro Bisceglie e Paganese dove sono state ben 9 le reti realizzate nell’arco dei due match. Un cambio di rotta che era conciso con il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-3, che sembrava garantire più spregiudicatezza in fase offensiva e, dall’altro lato, maggiore vulnerabilità dalle parti di Pisseri.
E invece no. Le vittorie di misura contro Catanzaro e Juve Stabia hanno segnato l’immediato ritorno al trend di inizio stagione, nonostante il 4-3-3 sembra essersi consolidato come modulo prediletto dal tecnico livornese. Ma d’altra parte è risaputo che nel calcio i numeri lasciano il tempo che trovano. Ciò che conta è il modo in cui un modulo viene interpretato, nonché l’atteggiamento degli undici in campo. E quello del Catania è il classico atteggiamento di una squadra dove la sciabola è più importante del fioretto; perché il bel gioco è sì prezioso ma, alla fine, ciò che conta è il risultato.
Da questo punto di vista, dati alla mano, il Catania sembra avere un grado di maturità in più rispetto al Lecce, principale concorrente per la promozione diretta in Serie B. I pugliesi, infatti, hanno a più riprese manifestato qualche carenza in termini di solidità, con un trend dove spicca una serie di partite rocambolesche vinte grazie a rimonte giunte in extremis.
Antonio Longo
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