DA QUI ALLA FINE “DOVETE MANGIARVI ANCHE L’ERBA”!
Il Catania – si sapeva sin dall’inizio – ha una sola strada per raggiungere l’agognato salto di categoria, con tanto di risultato che saprebbe, in quel caso, di vera e propria impresa: “l’incognita” play-off, mai come quest’anno impervi e pieni d’insidie. Un’impresa, qualora si verificasse, che resterebbe impressa nella memoria e che risulterebbe in assoluta antitesi con le famigerate imprese distruttive del “sor” Ninuzzo. Il cammino sin qui altalenante tra casa e trasferta, l’inevitabile – e per certi versi premeditato – cambio alla guida tecnica (ma allora perché non farlo già prima del mercato di riparazione, ad esempio dopo il cappotto di Castellammare di Stabia?) hanno posto in chiaroscuro la posizione dell’outsider Catania, gravato, va sempre ribadito, dell’handicap iniziale oramai divenuto pessima abitudine.
Ebbene, affinché ciò di meravigliosamente sperato dal tifo rossazzurro possa avverarsi, bisognerà infondere il massimo impegno, o anche di più, negli ultimi 11 step stagionali! Già, perché la coesione, la grinta e la caparbietà esplose al “Franco Scoglio” di Messina potrebbero non bastare, non tanto per il raggiungimento del miglior posizionamento nella griglia play-off (l’obiettivo minimo dichiarato dalla società è il sesto posto, ma il quinto della Virtus Francavilla è ancora ampiamente alla portata, n.d.r.), quanto per l’interpretazione degli spareggi, durante i quali bisognerà essere al top della condizione, perfetti in ogni reparto, senza possibilità alcuna di sbavature. In una lotteria che vedrà in ballo 28 squadre per un solo posto disponibile. Praticamente, la stessa sorte di 5.000 candidati in un concorso pubblico con 20 posti disponibili! Per rendere l’idea…
Il termine in voga al momento, tanto usato nell’ambito calcistico specie per le sorti del Napoli di Sarri (Aurelio De Laurentis, ipse dixit), è la “cazzimma”! Al Catania fin qui è mancata la vera cazzimma di chi vuol raggiungere i traguardi più ambiziosi nonostante le difficoltà di ogni genere. Più forti di tutto e tutti! Come direbbe ai giocatori lo stesso deus ex machina Pietro Lo Monaco, “vi dovete mangiare anche l’erba del campo di gioco” d’ora in avanti, non lesinare sforzi e “sputare sangue, sempre“, perché solo così si raggiungono i risultati sognati e auspicati. Perché, badate bene, cari calciatori, bisogna sapersi sbracciare le maniche e dare tutto e anche di più: come Lo Monaco insegna, quando prese in mano lo scopettone e si mise a liberare dall’acqua il terreno di gioco del martoriato “Massimino” prima di lontano un Catania-Empoli, di una lontana Serie A!
Petrone è arrivato nel momento cruciale della stagione, a Messina ha dimostrato di avere gli attributi, aiutato certamente anche dalla fortuna e da San Pisseri. Ma la fortuna aiuta sempre gli audaci (ma non i “buddaci”… non ce ne vogliano i messinesi)! Sa di avere a disposizione un gruppo di prim’ordine per la categoria e, al tempo stesso, di dover fare di necessità virtù con gli uomini a disposizione cercando di trovare la quadra tattica che possa riportare nuovamente – e finalmente – in alto Catania e il Calcio Catania. Rode, indubbiamente, allenare Ciccio Lodi a Torre del Grifo e non poterlo inserire ai posti di comando in mezzo al campo. All’undici rossazzurro manca qualità a centrocampo, è un dato di fatto. Manca il fosforo che proprio Lodi e solo Lodi, per caratteristiche tecniche, avrebbe garantito in cabina di regia. Ma non dev’essere un alibi, “il tempo degli alibi è finito”, come sentenziato da Pietro Lo Monaco nel giorno della presentazione dello stesso Petrone. Il tecnico campano, dimostratosi pacato al momento del suo arrivo, ma uomo verace e grinta da vendere (con quella corsa sotto il settore dei tifosi a Messina dopo il gol di Barisic, a proposito di cazzimma…), sa bene di dover gestire al meglio uomini e forze da qui alla fine, trovare le giuste soluzioni sempre, come sulla destra visto il perdurare dell’assenza di Baldanzeddu, acquistato a gennaio per fornire qualità alla corsia difensiva alla luce delle effimere garanzie tecniche fornite da Tino Parisi. Ma in questo Mario Petrone ha l’abilità e la furbizia tecnica per far funzionare al meglio la macchina rossazzurra.
Avanti col Melfi. E poi confermarsi in trasferta. Perché a Catania le speranze e i sogni, dopo anni di buio, sono cose serissime!
Francesco Ricca
Credit photo: Filippo Galtieri
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