CATANIA, NIENTE PIÙ ALIBI

Il cambio in panchina, necessario dopo l’inatteso ko di Agrigento, tanto inaspettato quanto negativo, non ha sortito i frutti sperati.

L’esordio di mister Petrone, peraltro all’interno della fortezza del “Massimino”, doveva essere l’occasione per dare una ventata di radiose novità all’ambiente. Tutto il contrario: la squadra non ha mostrato nessun contraccolpo positivo all’arrivo del nuovo tecnico, dando l’impressione di essere molto indietro dal punto di vista dell’interpretazione del nuovo schema di gioco. I rossazzurri, infatti, finora avevano quasi sempre giocato con un centrocampo a tre, costituito da un mediano basso e due mezzali a favorire la costruzione del gioco.

Petrone, come è giusto che sia, ha portato un nuovo modulo, da lui meglio conosciuto, e che gli permetta di schierare molti dei giocatori offensivi a sua disposizione. Ovviamente, dato che i giocatori che scendono in campo sono sempre 11, se si aggiunge un trequartista, giocando con i tre numeri 10 che il Catania ha in rosa contemporaneamente a supporto di Pozzebon, inevitabilmente viene toltpo un centrocampista.

Per far fronte a tale inferiorità numerica nella zona nevralgica del campo, è inevitabile chiedere del sacrificio ai trequartisti, sia in fase difensiva, sia in quella di impostazione. Per quanto riguarda la prima, tutti hanno dimostrato abnegazione, mentre la seconda è stata a dir poco deficitaria, dato che si è dovuto attendere gli ultimi 10 minuti di gioco per vedere un’occasione, quasi clamorosa, capitare sui piedi di Pozzebon.

Tutto ciò è inevitabile se si lasciano compiti di costruzione solo ai due centrali di centrocampo, che vengono ovviamente oscurati da un Taranto totalmente votato alla fase difensiva, e ai due centrali di difesa, che ovviamente possono limitarsi a un possesso palla lento e prevedibile.

Il Catania non segna e non produce opportunità, pur avendo schierato tutti e sei gli attaccanti a sua disposizione, a dimostrazione che le due cose non siano correlate automaticamente. Per far fronte a tale problematica è necessario che le mezze punte che agiscono dietro il centravanti, stiano appunto tra i mediani e la punta, alternandosi tra la fase d’impostazione e quella di finalizzazione.

Lavori in corso, quindi, in attesa delle prossime uscite, predicando pazienza e fiducia nei confronti del nuovo tecnico, ma con la consapevolezza che il tempo a disposizione sia ormai poco e che le scuse per questo gruppo, il quale deve ancora dimostrare appieno il proprio livello, siano finite.

Claudio Maggio

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