Ancora tu

“Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?”

Se Lucio Battisti fosse ancora qui, sarebbero queste le parole che avrebbe esclamato quando, nella giornata odierna, è arrivata la comunicazione che Antonino Pulvirenti, ormai ex presidente del Catania, terrà domani alle 16:30 presso Torre del Grifo una conferenza stampa del tutto inaspettata e, per certi aspetti, anche sorprendente.

Non sentivamo la voce di Nino da tanto tempo. L’ultima volta è stata quella più ignobile, quando le intercettazioni lo riprendevano in telefonate nelle quali chiedeva orari di partenza e di arrivo di alcuni treni. I più buoni, o meglio i più stupidi, avrebbero giurato che si trattassero di treni normalissimi, composti di vagoni in transito sulle rotaie. Sbagliato. I treni erano calciatori in carne ed ossa che giocavano contro il Catania. Calciatori che avrebbero dovuto essere corrotti per salvare da una possibile retrocessione la squadra di Nino Pulvirenti. Proprio lui, infatti, aveva confessato tutto dinnanzi al Procuratore Salvi, nella mattinata del 29 giugno scorso, appena sei giorni dopo il “Caos Catania”.

Chissà, invece, cos’avrà da dire stavolta Nino. Beh, sicuramente solo due potranno essere le alternative

Secondo la prima, infatti, Nino Pulvirenti domani chiederà pubblicamente scusa a tutta la città per aver distrutto, con le sue stesse mani, l’immagine pura e limpida del calcio catanese, mettendo in forte difficoltà la stampa, la tifoseria e, perchè no, anche l’immagine di una città che è sempre stata ampiamente rappresentata dalla sua squadra di calcio.

La seconda, invece, è che Pulvirenti dichiarerà che il Catania si trovi ufficialmente in vendita o, addirittura, sia stato già trovato un acquirente per concludere i dettagli.

Beh, non vendiamo fumo, non lo sappiamo ancora e quindi non ci resta che attendere. L’unica speranza che, però, ci va di esprimere è che domani non rimarremo solamente con un pugno di mosche in mano, come ogni singola altra volta del passato recente . Perchè l’imperdonabile, non si può perdonare più.

Federico Fasone

 

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