CATANIA, LO SGARBO DEGLI ESCLUSI

Il danno e la beffa. Se è vero che il passato lascia il tempo che trova, in casa Catania non mancano i rimpianti in riferimento a prospetti che hanno trovato terreno poco fertile ai piedi del vulcano e hanno, invece, raggiunto la piena consacrazione in altri lidi.

E così accade che un Bruno Petkovic, ceduto dal Catania al Trapani in prestito con un esiguo diritto di riscatto, diventi eroe dell’altra sponda della Sicilia, quella che sogna ad occhi aperti la Serie A. Talmente eroe da attirare l’attenzione dei top club del calcio nostrano. In primis la Juventus che, secondo i rumors delle ultime settimane, sembrerebbe seriamente intenzionata a portare il croato sotto la Mole. Eppure, a Torre del Grifo in pochi credevano che Petkovic potesse essere in grado di compiere un’ascesa di tale entità. E i fatti, effettivamente, davano ragione ai più scettici. Ma adesso, vista l’evoluzione del giocatore, ci si chiede il perché di una bocciatura così affrettata decretata dai vertici di via Magenta.

Un concetto che ben si sposa anche con la storia di Andrea di Grazia, ceduto a gennaio all’Akragas – per fortuna con la formula del prestito temporaneo – dove a suon di gol si è consacrato come idolo dei supporters agrigentini. Quasi stessa sorte quella toccata a Loris Bacchetti che, una volta arrivato a Monopoli, si è consolidato come elemento imprescindibile dello scacchiere tattico pugliese, tanto da suscitare l’interesse di numerosi club di Serie B. Un prospetto su cui, nonostante il ritorno dal prestito temporaneo, il Catania non potrà monetizzare, in quanto in scadenza di contratto.

Certo, a dispetto dei rimpianti, non ci si può esimere dal tenere conto dell’atmosfera che ha caratterizzato la stagione dei rossazzurri, certamente poco incline all’esplosione di giovani di belle speranze. Eppure, vista la delicata situazione societaria che incombe sul club, dare fiducia a giovani prospetti potrebbe in chiave futura rivelarsi una scelta fruttuosa.

Antonio Longo

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