PIPPO PANCARO, UN GREGARIO ALLA RISCOSSA!
Giuseppe Pancaro, attuale tecnico del Calcio Catania, da molti ricordato per le sue esperienze calcistiche con le maglie di Lazio e Milan, è già alla sua seconda importante esperienza da allenatore.
Il suo carattere disponibile, unito ad un rigore personale non sempre comune nella categoria di sua appartenenza, lo avevano reso, sin dal periodo agonistico, un modello per compagni di squadra e non.
Ha iniziato la sua carriera calcistica all’Acri, squadra tutt’ora militante nel campionato di eccellenza calabra. Egli ha vestito la maglia di questa squadra poiché nativo di Cosenza; ciò gli ha consentito in quegl’anni di abbinare studi ed attività agonistica. Dopo il campionato di interregionale, giocato comunque pur sempre da titolare, all’età di diciassette anni appariva pronto per fare un salto di qualità.
Da qui la decisione di trasferirsi al Torino. Nel capoluogo piemontese trascorreva due anni senza mai riuscirsi ad imporre del tutto. Pertanto la squadra granata decideva di non rinnovargli il contratto ed il giovane Giuseppe ricominciava dalla vecchia serie “C2”, ad Avezzano, in Abruzzo.
Questo periodo della sua vita è stato sempre considerato come un trampolino di lancio per la sua carriera calcistica. La sua giovane età, unita alla voglia di imporsi in una nuova vita, gli hanno permesso di giocare quasi tutte le partite del campionato e di attirare le attenzioni di club più importanti che militavano in categorie più prestigiose.
Uno di questi era certamente il Cagliari, che aveva deciso dopo solo un anno di “gavetta” di portarlo in Sardegna. In terra sarda inizialmente ha stentato a mettersi in mostra, ma dopo circa un anno dal suo arrivo è riuscito ad ottenere il posto da titolare fisso. Grazie alla società rossoblù, Pancaro è riuscito a giocare la sua prima partita nella vecchia Coppa Uefa, dove è entrato in campo nel secondo tempo e ha regalato il definitivo 3-2 nella semifinale d’andata giocata contro l’Inter, segnando il gol decisivo.
Dopo i pochi anni cagliaritani si trasferisce alla Lazio. Qui il talento del giovane Giuseppe esplode del tutto. Prestazioni di alto livello, grande agonismo ed enorme voglia di fare bene, convincono Eriksson, allenatore svedese del periodo, a farlo partire sempre tra gli undici titolari. I gol sono pochi, ma gli assist, solitamente fatti dopo una grande cavalcata lungo la fascia destra lo rendono uno dei giocatori più importanti ed apprezzati nel panorama italiano.
Grazie all’esperienza laziale i coach della nazionale, prima Giovanni Trapattoni e successivamente Marcello Lippi gli hanno permesso di esordire e di collezionare un totale di 19 presenze.
Gli ultimi anni della sua carriera li ha occupati girovagando per le città dell’Italia. Prima Milano, sponda Milan. Qui colleziona alcune presenze, ma raramente viene impegnato dal primo minuto. L’arrivo di Giuseppe Favalli alla corte di mister Ancelotti gli toglierà definitivamente la maglia da titolare. Da qui la sua decisione di trasferirsi altrove, ma anche a Firenze e nuovamente al Torino non riuscirà, causa anche l’età, ad imporsi più come una volta.
Pancaro, spinto dalla voglia di migliorarsi e continuare a rimanere nel panorama calcistico, dal 2012 ha iniziato la sua carriera da tecnico. Inizialmente, come vice, al Modena ai tempi allenata da Dario Marcolin, ex allenatore della società rossazzurra; mentre, l’anno dopo, sposava l’ambizioso progetto della Juve Stabia, squadra solida alla quale ha dato sin da subito una struttura ben collaudata alla quale ha permesso di raggiungere i play-off a fine campionato. Nonostante il campionato da loro disputato era stato molto buono, il mister a metà Marzo veniva esonerato per conflittualità con la dirigenza riguardanti il gioco della squadra. La Juve Stabia, al momento dell’esonero di Pancaro, occupava il terzo posto del girone C della lega pro e pertanto in piena bagarre per l’accesso play off-promozione. Il suo modulo prediletto è il 4-3-3, ma come già dichiarato e dimostrato da lui stesso, è aperto anche ad altri sistemi di gioco, prova ne sia il 3-5-2 utilizzato nella sua avventura campana.
Esattamente quattro mesi dopo tale episodio, Giuseppe Pancaro sposa la causa Catania. Nella conferenza di presentazione, quando ancora la situazione societaria e disciplinare della squadra etnea non era ancora chiara, con fermezza ed autorità, denotando carattere da vendere, si è definito come una persona molto ambiziosa, che lotterà fino alla fine per riportare Catania dove merita. Dimostrandosi un “uomo con i piedi per terra”, ha sottolineato che è giusto non fare voli pindarici, ma il lavoro e l’impegno, come da lui dimostrato durante la sua carriera, danno sempre i propri frutti. Questo può dare una grande iniezione di fiducia ai tifosi catanesi, perché la riscossa di un gregario è proprio quella che serve al Catania.
Gabriele Indelicato
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