Don’t cry for me… Argentina!
Dopo il pessimo rendimento nel girone d’andata dei rossazzurri, tutti convenivamo sulle colpe da affibbiare alla società e ai dirigenti, da Pulvirenti in giù, rei di aver rotto il giocattolo quasi perfetto. Eppure, andando indietro con il tempo e guardando con attenzione acquisti e numeri e confrontandoli con cessioni e cifre ci sono dei fatti tanto reali quanto incredibili. Il primo argentino della serie fu il carneade Messera. Doveva essere un furetto tutto tecnica e gioco di gambe ma il suo passaggio a Catania passò inosservato come la dieta a Natale. Il Catania lo acquistò dal Rosario Central per una cifra sconosciuta per poi rivenderlo, solo pochi mesi dopo, al San Lorenzo senza che il club argentino pagasse un euro per il costo del cartellino. Proseguendo e lasciando alla fine i commenti del caso, decantiamo le doti del terzino Zavagno, il minor artefice della promozione nella massima serie, acquistato e ceduto con la stessa, identica, somma di denaro (350.000,00 €).Non possiamo dimenticare Perrone, arrivato come funambolo e rimasto nella memoria sol perché è cognato al più celebre Recoba: il Catania lo acquistò dal Danubio per la solita cifra sconosciuta, per poi rivenderlo a zero ai greci del Levadiakos.
Forse vi state annoiando con nomi improponibili che molti di voi non avranno mai udito, anche perché le loro presenze in campo sono state più rare dei punti del Catania in trasferta. Pertanto, dalla lunga lista, è giusto citare capitan Izco (plusvalenza realizzata vendendolo al Chievo per 3 mln dopo che era stato preso dal Tigre per pochi spiccioli), Garcia (il suo pare fu solo un prestito e quindi il Catania non sborsò alcuna cifra) e, dulcis in fundo, Vargas: autentico capolavoro pagato 400.000 € e rivenduto alla Fiorentina per 12 mln di €. Bizzarro il caso di… Bizzarri! L’estremo difensore è stato prelevato a costo zero dal Tarragona (nonostante il suo valore di mercato fosse vicino ai 3 mln di euro) e ceduto alla Lazio dopo aver concluso il contratto con i rossazzurri. Grande affare per gli etnei, inoltre, l’acquisto di Silvestre, poi passato ai cugini rosanero per una cifra vicina ai 7 milioni di euro, che era stato acquistato insieme a Pablo Alvarez. Per quest’ultimo il Catania ha sborsato una cifra vicina al milione di euro per poi svincolarlo a parametro zero. Acquisto in agrodolce con cessione stravagante quello di Llama. Il mancino argentino venne prelevato dall’Arsenal de Sarandì per 300 mila euro e, dopo aver brillato in maglia etnea e disputato un discreto torneo con la Fiorentina, venne svincolato dal club rossoazzurro che pochi mesi prima gli aveva rinnovato il contratto. Secondo voi, acquistare un difensore centrale argentino sconosciuto e senza presenze in nazionale, di 26 anni, per 1 milione di euro è un affare? Eppure è stato il caso di Spolli, anche se in parte, si è rivelato tale, anche se era magari difficile da supporre al momento del suo arrivo!
La scorsa estate, invece, è andato in onda un nuovo film: il curioso caso di Pablo Barrientos! Il funambolico giocoliere argentino acquistato, già infortunato, nel 2009 per 4 mln di € dal Mosca FC e rivenduto nel 2014, dopo essere stato guarito e valorizzato, per “soli” 3 milioni ai campioni d’Argentina del San Lorenzo. Difficili da comprendere anche gli acquisti di Gomez (fenomeno, ma pagato 2,5 mln di € quando era un perfetto sconosciuto) e Andujar (prelevato per 2,2 milioni e poi rivenduto al Napoli per una cifra inferiore). Entrambi potevano essere ceduti per cifre superiori ma, chissà perché, non si sono trovati i giusti acquirenti. Ho provato a parlare di numeri e a tradurli in discorsi, i commenti li lascio a voi…
Solo alcune domande: ma l’acquisto argentino, o sudamericano, è stato sempre un affare per il Catania? Come mai ci sono meno plusvalenze di quelle che potevano realizzarsi? Perché spendere cifre importanti per giocatori che non avevano ancora dimostrato il loro valore? Parliamo sempre e solo di calcio?
Intanto, “l’epurazione argentina” è cosa fatta! Era ora, hanno detto e diranno in molti. Spazio adesso all’ItalCatania!
Mariano Mascena
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