OCCHI PUNTATI SU IZCO
Cambiare per ripartire, e ripartire per cambiare, è semplicisticamente riassumibile in ciò il mandato che dagli uffici di via Magenta è arrivato negli spogliatoi di Torre del Grifo nelle mani di Francesco Baldini.
Una situazione complessa, in cui il neo tecnico rossazzurro ha dovuto fare i conti con una squadra piuttosto giù di morale ed a tratti impaurita, prima ancora che con l’avversaria di giornata. Senza dimenticare l’ulteriore nemico per l’ex Trapani, vale a dire il poco tempo a disposizione per preparare non solo la partita, ma questo arco finale di campionato, ed ecco che la scelta è caduta su decisioni a tratti azzardate, a tratti molto chiare e semplici. In primis variazione di modulo, con il ritorno al 4-3-3, ma soprattutto il ritorno fra i pali di Martinez ed Izco, oltre che di Maldonado in cabina di regia.
Se la scelta dell’estremo difensore può essere dettata da questioni tattiche, atta a favorire la costruzione del gioco dal basso, quella di Izco ha più il sapore di un’investitura, un richiamo all’orgoglio della vecchia guardia, di chi dentro al rosso e all’azzurro ci vede più di semplici colori, e che in una situazione da “dentro o fuori” sarebbe potuto essere e può essere l’uomo giusto per far ripartire il Catania in direzione playoff. La stagione del 36enne argentino ha vissuto di alti e bassi, pochi alti e molti bassi in realtà, con una condizione fisica che non è mai parsa ottimale, ed uno schema tattico che mal si conciliava con le caratteristiche del capitano rossazzurro.
Ed ecco il cambiamento quindi, sia tattico che di interpreti, ma anche di consegne. Se era troppo ottimistico prospettare una stagione intera da protagonista per Izco, lecito è invece immaginarlo per questo scorcio di campionato rimasto, dove più che funzionalità tattica, ad essere richiesta è l’esperienza, l’attaccamento ai colori, la capacità di sfogare in campo i sentimenti e l’identità di una città intera.
Baldini ha chiaramente fatto le sue scelte, riuscendo anche in un contesto non dei migliori, a toccare le corde giuste, sapendo responsabilizzare tutti, il resto verrà da sé. Ragionando plasticamente, un cambiamento a seguito di un esonero è sempre un passo indietro, un tornare quasi al punto di partenza rispetto a quanto fatto. Diventa utile a lungo termine solo se accompagnato da una ripartenza, un saper fare ben due passi avanti.
Gabriele Di Mauro
(fonte immagine: calciocatania.it)
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