LA RIPRENDE LODI, TUTTO RIMANDATO!
CATANIA (4-3-1-2)
Pisseri; Calapai Aya Silvestri Marchese; Rizzo Biagianti Bucolo; Sarno; Marotta Di Piazza.
SOSTITUZIONI: Baraye (46º per Marchese); Lodi (46º per Bucolo); Manneh (64º per Marotta); Llama (64º per Rizzo); Brodic (78º per Biagianti)
TRAPANI (4-3-3)
Costa Ferreira Taugourdeau Scognamiglio Ramos; Corapi Toscano Aldi; Ferretti Nzola Tulli.
SOSTITUZIONI: Evacuo (73º per Nzola); Fedato (78º per Toscano); Scrugli (82º per Aldi);
Le premesse sono quelle delle grandi serate di sport: non un seggiolino vuoto, meravigliosi segnali d’amicizia tra le tifoserie, temperatura mite e grande voglia di vincere.
Pronti via, però, il Catania torna a confrontarsi con la dura realtà, fatta di frequenti momenti di disattenzione e tanta sfortuna. Con una perla di collo, infatti, da posizione defilata Tulli porta subito in vantaggio il Trapani, che prova ad abbassare i ritmi e contenere le ripartenze rossazzurre.
I granata, in bianco per la serata di gala, gestiscono il risultato con grande maestria. Costa e Ramos alzano il baricentro della squadra e permettono ampio margine di manovra a Corapi, che sventaglia prima per uno, poi per l’altro.
Al minuto 18 Di Piazza prova a scuotere la squadra con un’accellerazione di categorie superiori, che genera un calcio d’angolo molto pericoloso. Nonostante ciò i padroni di casa non riescono a reagire come potrebbero e dovrebbero, ragion per cui a metà del secondo tempo Lodi e Baraye corrono a riscaldarsi.
Sul finire del primo tempo è ancora Di Piazza l’unico che sembra crederci, e dopo un gol annullato per fuorigioco allunga ancora la squadra andando in profondità e tirando pericolosamente verso la porta di Dini. Agli sforzi del 32 etneo, risponde sempre puntualmente Tulli, che ha letteralmente “fatto quello che ha voluto” sulla fascia di sinistra, sfiorando anche un gol replica del primo al quarantesimo.
Si conclude così un primo tempo nervoso, in cui il Catania ha superato il centrocampo ricorrendo spesso a lanci lunghi, mai ad una seria costruzione di gioco.
Il secondo tempo inizia con due novità di formazione per il Catania. Prova Lodi, dunque, a seminare nel deserto calcistico del Massimino, mentre Baraye sostituisce l’affannato Marchese.
Ad inizio ripresa i rossazzurri sembrano essere più volitivi, ma le ripartenze del Trapani mettono sempre paura dalle parti di Pisseri. Spettatore non pagante Alessandro Marotta che non riesce mai a superare l’avversario, fino a quando, stremato dalle proteste del pubblico, al 19º minuto della ripresa lo staff di Sottil lo rimuove dal campo in favore di Manneh (contestualmente entra Llama per Rizzo).
A metà del secondo tempo, nel momento migliore degli etnei, è proprio Baraye a non tenere alta la linea del fuorigioco, permettendo a Ferretti di siglare il 2-0 che congela il Massimino.
Alla mezz’ora ecco il lampo di genio che mancava nel primo tempo: Dini lascia la porta sguarnita, Lodi lo becca da centrocampo, gol da paura su calcio di punizione. Il Massimino si accende ed il Catania con lui. Così all’84º, su un’incursione di Manneh che procura un sacrosanto calcio di rigore, è ancora Lodi a battere in porta. El Diez fa doppietta da subentrato e spinge i catanesi a crederci ancora.
Il Catania agguanta così un pareggio ormai inaspettato, che rimette al giudizio della partita di ritorno il verdetto finale. Se nel primo tempo l’Elefante ha mostrato tutti i limiti di una squadra poco attenta, nella ripresa ha rimesso la chiesa, Lodi, al centro di un villaggio di certo ancora troppo piccolo per ospitare la passione di tutti i tifosi accorsi al Massimino.
Novanta minuti separano il Catania dalla finale playoff. Andranno affrontati con la testa ed il cuore degli ultimi 45 minuti.
E con Lodi in campo.
Carlo Maria Castiglione
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