UN’ILLUSIONE, UN CAMPIONATO ILLUSORIO

Un’illusione, un campionato Illusorio. Due traverse, due legni, un campionato finito: una finale svanita. Il Catania, visto al “Massimino” contro il Siena, è uscito a testa alta dal campo ma con le lacrime agli occhi. Lacrime di chi ha sfiorato il sogno di una finale tutta da vivere e scrivere. Lacrime versate sul campo da chi ha lottato per una intera stagione ed anche più ed ha visto svanire la possibilità di giocare la finale di sabato 16 giugno a Pescara a causa della lotteria dei rigori.

Il Catania ha abbandonato il “Massimino” consapevole che la dea bendata non è stata dalla sua parte. Al 118° minuto di gioco, Ciccio Lodi, da calcio piazzato, colpiva la traversa della porta difesa da Pane. L’estremo difensore senese, non avrebbe potuto intercettare la sfera, così la parte bassa della traversa si trasforma in una maledizione ed in una beffa: legno colpito e palla che rimbalza in campo a pochi centimetri dalla linea di porta. Probabilmente, col senno di poi, la prima avvisaglia è stata proprio questa. La fortuna provava a farci leggere fra le righe di non stare dalla nostra parte. Eppure Matteo Pisseri, numero 12 sulla schiena, ma numero 1 in campo, aveva tentato in qualsiasi modo di ovviare all’errore della gara d’andata. Già durante l’occasione del momentaneo vantaggio ospite, aveva effettuato un intervento miracoloso sul primo tentativo a rete, ma una fortuita respinta consegnava sui piedi di Santini il pallone dello 0-1. Aveva disinnescato il terzo rigore toscano, ben calciato da Bulevardi, ma Blondett prima e Mazzarani poi falliscono i lori rispettivi tiri dal dischetto, consegnando così la finale al Siena.

Un Siena che solo a tratti ha cercato di giocare a calcio ma non è riuscito ad imporre il proprio gioco, arrendendosi, nonostante il vantaggio, ad un Catania più che mai determinato a far sua la partita, e ad un “Massimino” elettrico e stracolmo di tifosi e di rabbia, nel senso latino del termine, cioè frenesia mista a passione amorosa. Quel che invece fa più rabbia ed ira è il fatto che il Catania avrebbe potuto vincere il campionato a mani basse, in più occasioni. E che inoltre la partita contro il Siena poteva concludersi prima dei calci di rigore, vista la superiorità numerica per quasi un’ora di gioco, per le espulsioni di Iapichino e Rondanini. Invece è stata tutto solo un’illusione. La vittoria per 2-1 fino al 120esimo minuto è stata vana. L’intero campionato ed i playoff sono stati un abbaglio.

Un altro campionato di Serie C , questa è la realtà. Altre battaglie in campi polverosi, ostili, privi di curve tribune e addirittura tifosi. Una categoria che sembra essere un limbo, vivi e sospesi nel desiderio di vedere la luce. Rischiando di rimanere impelagati in queste sabbie mobili per molto tempo ancora. Il Catania lo ha inciso sulla pelle: gioire dopo le sofferenze, conquistare le promozioni solo dopo aver sofferto. Rinascere ancora più forti dopo ogni battaglia persa, perché il Catania, i catanesi hanno perso molte battaglie, ma non hanno mai perso una guerra. Sulla porta Ferdinandea è scolpita in eterno: Melior de Cinere Surgo.

Fonte foto: calciocatania.it

Ugo Zinna

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