TRAMUTARE LE PAROLE IN FATTI
Archiviata – finalmente – la stagione sportiva, in casa Catania è tempo di pensare al futuro. Tante, troppe ancora le incognite che gravano sulla società di via Magenta. Problematiche che, inevitabilmente, pongono un punto interrogativo circa le ambizioni sportive con cui i rossazzurri si presenteranno a settembre ai nastri di partenza del girone C di Lega Pro.
Ripartire con una progettualità seria e strutturale. Questo è l’imperativo che, a partire da oggi, risuona prepotentemente ai piedi dell’Etna. Un monito ribadito anche dal sindaco della città, Enzo Bianco, al termine della gara vinta sulla Fidelis Andria, che ha sancito la permanenza della squadra in terza serie. Il primo cittadino etneo, attraverso il suo profilo Facebook, ha promesso il massimo impegno personale nella formazione di un progetto serio e credibile che possa riportare il calcio catanese ad alti livelli. Tuttavia, non è la prima volta che da Palazzo degli Elefanti arrivino parole simili, che però sono rimaste tali almeno finora.
Dietro, nel frattempo, a fare da spettatrice interessata, c’è una piazza desiderosa di tornare a respirare il profumo del calcio che conta. E soprattutto, nonostante l’acquisizione della salvezza, c’è ancora una porzione di tifoseria sul piede di guerra con squadra e società, disposta a “sotterrare l’ascia” solo di fronte ad una programmazione solida e vincente in chiave futura. Una posizione che va rispettata e analizzata, emersa anche a causa di mesi e mesi contornati da promesse non mantenute.
Mai come adesso, pertanto, è tempo di tramutare le parole in fatti. Perché ad oggi, tastando il polso della città, viene difficile pensare che la tifoseria possa sopportare un’altra stagione all’insegna della parola “mediocrità”. Un vocabolo fino a qualche anno fa sconosciuto al vocabolario del tifoso rossazzurro, oggi – suo malgrado – tornato prepotentemente di moda. Per quanto tempo, ancora?
Antonio Longo
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