SEMPLICEMENTE BRAVO, MATTEO

È andato via così com’era arrivato, nel silenzio che costeggia sempre la solitudine dei numeri uno. Le squadre di calcio sono composte così: dieci giocatori di movimento e poi il portiere, che in fin dei conti ha il ruolo più importante fra gli undici in campo. Perché? Semplice: se fa il suo dovere, porta punti a casa; se invece sbaglia, rovina i compagni. Da qui appunto deriva la solitudine, perché un portiere non è da solo esclusivamente fra i pali, ma ci resta soprattutto quando qualcosa va storto.

Matteo Pisseri è approdato al Catania nel silenzio, perché anche quando firmò, il suo arrivo era stato annunciato in anticipo. Sempre in silenzio, infatti, aveva già fatto arrabbiare i tifosi etnei: Catania-Monopoli 0-0, perché proprio il ragazzo di Parma aveva chiuso la porta in faccia a Calil, parandogli un calcio di rigore decisivo.

Freddo e glaciale quando si fa vedere da qualche parte, ma è così soltanto in apparenza. Matteo Pisseri è il bravo ragazzo per eccellenza, il professionista dedito alle mansioni che gli vengono assegnate sul luogo di lavoro, il giovane adulto che ogni padre raccomanderebbe alle proprie figlie. Ecco che qui allora non si parla più del calciatore, bensì della persona, perché Matteo ha conoscenza del rispetto e quindi sa anche praticarlo. Dopo essere arrivato in punta di piedi alle falde dell’Etna, ha abbassato immediatamente lo sguardo sul rettangolo verde di gioco e ha cominciato a lavorare. Tre anni intensi, prendendo ogni pallone, ergendosi quasi a Santo in certe occasioni. Miracoli su miracoli, togliendo le castagne dal fuoco quando il Catania rischiava di perdere persino la faccia. Perché le cose vanno dette come stanno e Pisseri merita il giusto tributo d’addio.

La Pistoiese l’ha acquistato. Anche questa volta, Matteo va via da Catania in silenzio, ma portando nel cuore un’esperienza che l’ha reso grande semplicemente perché lui è stato capace di esserlo. 51 clean sheets, d’altronde, sono numeri che pretendono di essere sottolineati più e più volte. Portiere infallibile? No di certo, ma quante volte ha fatto esultare chi lo guardava dalla tribuna o dal televisore come se fosse stato un attaccante a fare gol. Tante, tantissime volte nell’uno contro uno è rimasto in piedi e ha letteralmente abbassato la saracinesca, muro estremo di una retroguardia che trovava in lui il suo vero punto di riferimento. Poi però ha commesso qualche errore, magari soltanto uno, ma che evidentemente è stato di troppo.

Una pioggia di critiche dopo qualche partita insufficiente, perché si sa che il ruolo del portiere sia il più difficile semplicemente per questo motivo. Bisogna sgomberare la testa, avere la serenità giusta per fare la differenza, subire pure la pressione adatta per tenere la concentrazione alta durante un’intera stagione. È un gioco di equilibri che non si sa mai come vada a finire. Forse sono questi i motivi per cui le prestazioni di Pisseri siano calate nell’ultima annata, quando gli sono state attribuite alcune responsabilità in più rispetto a quelle che già effettivamente avesse. Ma è andata così, l’epilogo è giunto e quindi bisogna semplicemente accettare la realtà delle cose.

Un appunto, però, va aggiunto: dalla telenovela con Sottil ne esce naturalmente integro, perché la cultura del lavoro, così come l’educazione, sono qualità che gli appartengono indiscutibilmente. Una stretta di mano, non per forza fisica, ma comunque in grado di cancellare accuse clamorosamente ingiuste. Pisseri ha dato tanto al Catania e questo non si può far altro che riconoscerlo con grande onestà intellettuale. Probabilmente il migliore che potesse indossare i guantoni in Serie C, per questo non sarà facile sostituirlo. Semplicemente un bravo portiere, oltre che un ragazzo fantastico. Perciò continua a volare Matteo, sei stato davvero grande.

Federico Fasone

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