PALLA A TERRA E PEDALARE
È troppo presto, ancora, per dare un giudizio sul Catania di Andrea Camplone. Qualche amichevole e due partite ufficiali non sono materiale sufficiente per lasciarsi andare a facili entusiasmi. Ma le sensazioni lasciate in eredità dalle recenti uscite estive sono sicuramente positive.
I rossazzurri, infatti, sembrano pian piano maturare una ben definita idea di gioco, improntata sul quel 4-3-3 considerato ormai da un quindicennio vero e proprio marchio di fabbrica per il Catania. Ciò che in particolare è balzato agli occhi sono le trame imbastite rigorosamente a palla a terra con scambi stretti e veloci. Sin dalla propria metà campo, con il portiere spesso chiamato in causa a giocare il pallone con i piedi e i difensori addetti all’impostazione della manovra. Buttarla via il meno possibile, insomma. Senza ovviamente cincischiare troppo in un campionato, come quello di Lega Pro, dove intensità e agonismo fanno da padroni e il portatore di palla viene prontamente aggredito dagli avversari.
Necessario, quindi, il giusto mix tra sciabola e fioretto. Rientra in tale missione il ritorno ai piedi dell’Etna di Andrea Mazzarani, uno che dal punto di vista tecnico ha certamente poco a che spartire con la terza serie. Il suo contributo, insieme a quello del riconfermato Lodi, può dare un importante quid in più in fase di palleggio. Sempre a proposito di tecnica sopraffina, da non sottovalutare le giocate di Vincenzo Sarno che, infortuni permettendo, può rappresentare il vero nuovo acquisto top di questo Catania formato 2019/2020.
Antonio Longo