OTTIMISTI, MA CON RISERVA…

Finalmente! Il Catania è tornato alla vittoria dopo più di un mese di attesa costellato di pareggi e non si ritrova più solo in fondo alla classifica (Melfi raggiunto a quota 4 punti). Che sia l’inizio della risalita? Tutti se lo augurano nel capoluogo etneo, dalla società alla tifoseria, le quali hanno salutato la vittoria di domenica col Messina con la speranza che sia il punto di svolta di una stagione fino ad ora complicata. Ora arriva un nuovo banco di prova: il raggiungimento di una continuità di risultati che possa dare lo slancio per la risalita in classifica.

Nonostante la vittoria col Messina, infatti, ci sono sia dei punti positivi da cui ripartire, ma anche alcuni dubbi da risolvere. Per esempio: l’exploit di Di Grazia. “U picciriddu”, nato alle pendici del vulcano, ha fatto una partita sensazionale e si è lanciato come punto fermo della formazione titolare (per la verità lo era anche prima) e come giocatore simbolo della ripresa del Catania, ma è anche vero che è impensabile che, a soli vent’anni, possa ripetere con continuità l’ultima prestazione da lui proposta risolvendo quasi da solo l’incontro; dunque è di primaria importanza recuperare al massimo Russotto, il quale ha l’indubbio merito di aver approcciato con la giusta cattiveria la partita di domenica mettendo la sua tecnica, superiore rispetto alla categoria, al servizio della squadra, ma che deve convincere mister Rigoli ad assegnargli una maglia da titolare. Idem dicasi per Michele Paolucci, bomber di razza che, in un campionato come quello della Lega Pro, può e deve fare la differenza (un tridente che possa vantare tanta velocità, estro ed esperienza lo possono avere pochissime squadre anche in categorie superiori).

A centrocampo sembra si sia arrivati alla combinazione migliore unendo l’interdizione di Bucolo, la corsa continua di Di Cecco e l’esperienza sommata alla tecnica di un ex giocatore di Serie A come capitan Biagianti. Ma anche qui c’è l’altro lato della medaglia: finché il capitano è fisicamente fresco questo è un ottimo centrocampo, ma non è pensabile che Marco, al crepuscolo della sua carriera, possa giocare tutto il campionato ai suoi livelli o tutta la partita a cento all’ora.

Infine la difesa: ottima prestazione domenica, eccezion fatta per i troppi pericoli causati da un Pozzebon in stato di grazia e retroguardia che ha visto come elemento più sorprendente quello Stefan Djordjevic, al quale, se continuerà a giocare come domenica, si consiglia di imparare alla svelta l’italiano perché è destinato a restare. Anche qui un appunto da fare alla poca spinta, soprattutto nel primo tempo, assicurata da Tino Parisi.

Insomma siamo ottimisti, ma con riserva. Aspettiamo che questa squadra convinca una volta per tutte già a partire dalla gara di Melfi. Sarà lì che il Catania dovrà dimostrare di aver raggiunto la maturità tale di una squadra che può ambire al salto di categoria. Vincere è un dovere imprescindibile.

Claudio Maggio

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