OCCASIONI MANCATE: QUALI SONO LE CAUSE?
Sicula Leonzio, Matera, Trapani e Casertana. Se due indizi fanno una prova, in via Magenta sono arrivate delle chiare indicazioni sul perché il Catania non sia ancora primo, a dispetto dell’ottima stagione disputata finora.
Le defezioni non possono sicuramente essere un alibi: sebbene due tasselli fondamentali come Lodi, Russotto o Biagianti non abbiano potuto contribuire nelle ultime giornate, è impensabile che gli etnei subiscano un’involuzione di tali proporzioni da una partita all’altra. Appena sette giorni prima, infatti, i rossazzurri avevano dimostrato di saper vincere a Fondi surclassando l’avversario.
A ottobre, invece, contro la Sicula lo scivolone dei rossazzurri era stato giustificato da un approccio troppo “molle” alla partita. Approccio che comunque era avvenuto dopo un filotto di sei vittorie consecutive.
Successivamente, nel post-partita di Catania – Matera, gran parte delle colpe vennero attribuite alle sviste arbitrali, che senza dubbio avevano influenzato i risultati dei rossazzurri, e alla mancanza di cinismo sotto porta.
Col Trapani ancora una volta alcuni errori difensivi, insieme a diverse palle ciccate in zona offensiva e ad alcune sviste arbitrali, che avevano contribuito al risultato negativo.
Infine, nell’ultima uscita contro la Casertana, tra le recriminazioni degli etnei, si annovera ancora la direzione arbitrale e la presenza di alcuni giocatori infortunati o non al top della condizione.
I fatti dicono, però, che il Catania non ha passato l’ennesimo esame e che il Lecce, scivolato anch’esso in un paio di occasioni, riesce comunque a mantenere un ritmo che gli etnei non riescono a sostenere. Sarà il mercato a colmare questo gap con i rivali? La condizione fisica, gli infortuni, la sfortuna in zona offensiva non possono essere più delle scuse valide. Contro i salentini andrà in scena un match fondamentale per il prosieguo della stagione e per il morale della squadra, che in caso di esito negativo, potrebbe colare a picco.
90 minuti in cui può succedere di tutto: dal tornare a volare alti allo schiantarsi violentemente al suolo.
Simone Caffi
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