NON É MICA FINITA

Ci si aspettava il riscatto e non è arrivato. Dopo la gara contro il Bari, visto i 3 punti sfumati per il rigore fallito all’ultimo minuto , a Pagani ci si attendeva una prestazione maschia, vigorosa, per riprendere la marcia verso i primi posti. Al contrario, un Catania non in perfetta condizione fisica, e forse, anche mentale, non riesce ad andare oltre il pareggio contro una modesta Paganese.

Il solito primo tempo sottotono. A dire la verità, non fanno granché neanche gli avversari che si avvicinano alla porta di Confente fallendo l’unica opportunità di passare in vantaggio proprio sulla linea di porta, con l’estremo difensore etneo già battuto. Per il resto, il 3-4-3 presentato da Raffaele non è sembrato tanto più offensivo del 3-5-2 schierato contro il Bari: segno che l’utilizzo di un modulo o di un altro non ha alcuna rilevanza e che, in assenza di grandi individualità, la mentalità e soprattutto il gruppo sono gli unici a poter fare la differenza. Gruppo che stavolta è mancato sia dal punto di vista dell’intensità che della concentrazione.

Tralasciando i numerosi errori in fase di impostazione è emblema di questo l’espulsione di Tonucci, giocatore fondamentale nella prima parte di campionato, che ha ceduto al momento di nervosismo facendosi espellere. E creando, peraltro, diversi gratta capi a Raffaele che sarà anche contro la Vibonese con gli uomini “contati”.

Tuttavia, lungi dal farne drammi il Catania deve continuare la sua marcia perché un calo in queste gare, così ravvicinate e intense, era pronosticabile. Concentrazione massima perciò, nel riprendere la rotta, e nulla più. Senza puntare dita (e a che pro, poi?!) contro allenatore, giocatori e dirigenza, come spesso succede, con troppa leggerezza.

Giusto per tenere alcune voci un po’ troppo nervose a bada: il Catania è una squadra da quarto-quinto posto che può tranquillamente ambire a essere una delle prime della classe. Ed è proprio lì che si trova, a lottare per le prime posizioni, dal quinto gradino di questa serie C – quarto se non si tiene conto dei punti di penalità– come da programma.

Non si vuole giustificare nessuno. Ma non si può avere nemmeno la memoria troppo corta.

Simone Caffi

(Fonte immagine: calciocatania.it)

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