Le prime parole in mix zone del tecnico peloritano, Arturo Di Napoli, sottolineano la grande soddisfazione per aver risvegliato l’orgoglio di una piazza da parecchio tempo sopita da risultati negativi. È questa la nota più positiva della giornata in casa Messina, perché 18426 spettatori sugli spalti non si vedevano dall’ultima stagione in Serie A, otto anni fa. Perché l’entusiasmo ritrovato della tifoseria giallorossa (anche grazie al blasone della gara, un derby lontano otto anni) ha trascinato la squadra verso un risultato positivo.
<< Sono contento soprattutto per la risposta della città, si è stretta intorno a noi, oggi c’era il pubblico delle grandi occasioni – dichiara Di Napoli – e sul campo non siamo stati da meno. Abbiamo affrontato una squadra forte, costruita con un budget di gran lunga superiore al nostro.>>
D’altronde, se il tifo incessante della curva messinese ha onorato questo derby degnandolo di una gran bella cornice, lo stesso non si può dire per il settore opposto. Quella curva vuota è innanzitutto una sconfitta per il calcio in generale, successivamente per uno spettacolo che avrebbe di gran lunga superato quello (stentato) visto in campo. Assenza forzata – per ragioni di ordine pubblico – di cui anche i sostenitori giallorossi non si capacitano: «Non c’è derby senza rivali», scrivono in uno striscione esposto durante la gara.
Pippo Pancaro a fine gara è scuro in volto, eppure non risparmia complimenti alla propria squadra: << Analizzando la gara, sono molto soddisfatto della prestazione della mia squadra, se qualcuno doveva vincerla, questi eravamo noi. L’unica nota negativa è l’infortunio di Russotto, sotto questo punto di vista la ruota ci sta girando contro.>>
Un Catania ordinato, ma poco cattivo sotto porta che ha sofferto la cattiveria agonistica degli avversari soprattutto al centrocampo. Eccezion fatta per due occasioni, la squadra di Pancaro, migliore attacco del torneo, non si avvicina più del Messina, migliore difesa del campionato, a ottenere la vittoria. Quasi accontandosi e adagiandosi alla mediocrità dei peloritani, francamente inferiori sul piano tecnico.
Insomma, a vincere è stato lo spettacolo sugli spalti anche nel ricordo di Tonino Currò, tifoso messinese morto in circostanze tragiche nel corso del derby col Catania giocato al vecchio stadio “Celeste”, nel 2001. Prima della partita viene consegnata una targa alla famiglia. Toccante anche il minuto di raccoglimento seguito da un lunghissimo applauso – anticipato dall’inno francese e dallo striscione #PrayForParis – rivolto alle vittime degli attentati terroristi a Parigi.
Marco Zappalà