MENTALITÀ E CATTIVERIA: MORIERO SPRONA IL CATANIA
Si dice che nel calcio conti solo il risultato. Una scuola di pensiero pragmatica, se vogliamo, ma bene avvezza a descrivere il derby del “Massimino” che ha visto prevalere il Catania sul Messina per due reti ad una. Una partita che certamente non entrerà negli annali per la qualità del gioco espresso dal team rossazzurro, che tuttavia ha affrontato il match con la mentalità e la cattiveria di chi vuole portare a casa i 3 punti a qualsiasi costo. Ed è proprio su questo aspetto che sta lavorando maggiormente il tecnico Moriero.
Il Catania di ieri, infatti, non è stata quella squadra inerme vista fino a qualche partita addietro, quando i rossazzurri davano prova di una preoccupante fragilità che li rendeva incapaci di reagire alle difficoltà. Il derby con il Messina – e, se vogliamo, in piccola parte anche il finale di Agrigento – ha messo in mostra la capacità del Catania di reagire immediatamente al momentaneo pareggio degli ospiti e, successivamente, di difendere il risultato con grande tenacia. Un aspetto non sfuggito agli occhi dei tifosi, storicamente molto affezionati al valore del “non mollare mai” che, non a caso, rimbomba in numerosi cori di incitamento.
Mentalità e cattiveria, come detto. Valori fondamentali per un campionato di Lega Pro. Soprattutto se in prospettiva c’è un finale thriller che vede i rossazzurri immischiati nella lotta per non retrocedere. Un contesto dove la sciabola può con ogni probabilità risultare più decisiva del fioretto. Sei battaglie al cardiopalma, delle quali solo l’impegno contro l’ormai spacciata Lupa Castelli Romani sembra immune da insidie. Si comincia dalla trasferta di Foggia, formazione al terzo posto in graduatoria, in piena lotta per la promozione in cadetteria. Un impegno a dir poco ostico, dove proprio mentalità e cattiveria saranno ingredienti utili per uscirne con un risultato utile in chiave salvezza. Perché in fondo, in certe occasioni, è più importante essere utili piuttosto che belli.
Antonio Longo
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