IL CATANIA CERCA DI METTERE FINE ALLA “GUERRA CIVILE”

Se a pochi minuti dalla fine della partita di Agrigento, Ferrigno – collaboratore dell’area tecnica­ – aveva decretato il silenzio stampa del Catania, dopo la vittoria di ieri contro il Messina, invece, tutto torna nella normalità, o quasi. Moriero si presenta ai microfoni dei cronisti e il silenzio stampa, ufficiosamente e ufficialmente, sembra terminato.

Quello che sta succedendo tra il Calcio Catania e la città sembra avere le fattezze di una vera e propria “guerra civile”. Per definizione, una guerra civile è uno scontro all’interno della stessa città, o Paese, che si divide in fazioni diverse. Questo accade oggi a Catania: da un lato la società, dall’altro tifosi e – da qualche giorno ­– giornalisti locali. Dopo le dichiarazioni di Ferrigno, infatti, la società ha subito forti critiche dai quotidiani catanesi e, la scelta di non presentarsi a parlare, è stata vista e definita come una resa, una “bandiera bianca”. Dopo i primi giorni, arriva pronta la reazione del club catanese che, con un comunicato stampa, puntualizza la posizione della società e, a sua volta, punta il dito verso chi – dietro un giornale – continua a criticare e ad “auspicare la fine del Catania”. Nel suddetto comunicato, il silenzio stampa viene definito come uno strumento di “tutela” per la squadra e per la società. Anche questa dichiarazione, però, deve passare il severo giudizio popolare, poiché la mala gestio delle ultime tre stagioni non è sicuramente da attribuire alle critiche scritte sui giornali, costruttive o meno che siano.

Contestualmente è arrivato anche un comunicato ufficiale della sezione catanese dell’ USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana), diffuso dal Presidente Giacomo Cagnes. Nella breve comunicazione viene esternata la delusione e l’amarezza per l’accanimento contro la categoria dei giornalisti che “con sacrifici inenarrabili alle spalle” si ribellano e muovono la loro mossa, disertando il “Massimino” e rinunciando all’accredito.

A questo punto – tra le tante polemiche – la rinuncia al silenzio stampa e la presenza di Moriero dinnanzi ai cronisti, possono essere lette come una accurata manovra in retromarcia, che possa guidare la squadra nella direzione giusta per salvarsi e per riacquisire la fiducia di tifosi e addetti ai lavori. Forse le dichiarazioni di Ferrigno, supportato ovviamente dai vertici societari, rappresentavano solo uno sfogo a caldo, dovuto alla pesante sconfitta rimediata sul campo. Ci auspichiamo, pertanto, che a mente serena e valutando le reazioni della piazza, la società sia ritornata sui suoi passi e si sia mossa per ricucire quella crepa divenuta oramai voragine.

Giuseppe Mirabella

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