LO MONACO E GASPARIN: BEI TEMPI ANDATI…
Correva l’anno 2004.
In sordina veniva posizionato un uomo nelle posizioni di vertice della società Calcio Catania: Pietro Lo Monaco.
Poca esperienza calcistica, come d’altronde d’allenatore, veniva da un’annata come dirigente dell’Acireale. I dubbi su come sarebbe stato il suo operato erano tanti, ma svaniti in pochi mesi.
La società, gestita a tempo pieno dal dirigente di Torre Annunziata, ingranava con i suoi acquisti, mirati e decisivi. Il Catania passava in pochi anni da anonime stagioni in Serie B a diventare una rivelazione nella massima serie.
Lo Monaco pescava giocatori ovunque, principalmente tra l’Argentina e le serie minori italiane. Viveva giornalmente lo spogliatoio, esigeva il rispetto delle regole ed amava il sacrificio. Non le mandava mai a dire e si assumeva sempre le responsabilità in prima persona, difendendo la sua squadra in tutto e per tutto. Il suo carattere era tosto, spesso in contrasto con alcuni tifosi etnei, ma il suo operato e l’efficacia che ne derivava, erano indiscutibili.
Da lì, fatta eccezione della pur sempre positiva esperienza con Sergio Gasparin, che a differenza di Pietro Lo Monaco lavorava molto sui giovani della primavera, arrivò poi il tracollo.
Infatti, fece il suo ingresso in società Pablo Cosentino ed il Catania cominciò a vivere gli anni della mala gestio fino alla fine, da tutti conosciuta, delle retrocessioni prima in Serie B e poi in Lega Pro.
Se Pietro Lo Monaco non avesse avuto i suoi screzi con l’ormai ex presidente Pulvirenti e se, successivamente, Sergio Gasparin avesse avuto la stessa “larghezza di vedute” di quest’ultimo, probabilmente saremmo qui a parlare di un altro Catania. Una squadra che probabilmente sarebbe ancora ad entusiasmare gli amanti del calcio in Serie A, la categoria che più spetta alla città dell’Elefante. Però, mai dire mai…
Gabriele Indelicato
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