SOGNI SPEZZATI, ANCORA UNA VOLTA

La sconfitta di ieri, per molti tifosi, ha il sapore del film già visto. E lo è veramente perché di partite così, con lo stesso triste intreccio ed epilogo, ce ne sono state diverse: la squadra avversaria che segna, meritatamente o meno, e i rossazzurri che inseguono senza riuscire a recuperare. Portando palla avanti, più che per schemi provati, solo per furore agonistico e sbagliando di tutto sotto porta.

Questa eterna ciclicità a cui si assiste impotenti si ripete non solo nell’attuale stagione, ma pure negli anni: era il 23 aprile 2018 quando il Trapani dell’allora mister Calori stendeva il Catania al “Massimino” per 1-2 davanti a 18mila spettatori. Anche quella volta, un colpo duro, se non decisivo, alle speranze di promozione diretta della compagine etnea. Quest’anno, invece, con due mesi d’anticipo rispetto al campionato precedente, succede qualcosa di simile, aggravato dal fatto che in questa occasione la squadra di Sottil veda allontanarsi la vetta e, a braccetto, il secondo posto.

Quarta piazza che, in fin dei conti, sembra quello che il Catania meriti in questa fase della stagione, visto che le compagini avversarie, una volta entrate negli schemi dei rispettivi allenatori e in un’invidiabile stato di forma, non perdono quasi più (o comunque riescono a farlo meno dei rossazzurri). Gli altri appaiono più cattivi, sicuri e cinici.  D’altra parte, alla compagine etnea non si può contestare niente, l’impegno degli uomini andati in campo è stato massimo, addirittura evidente, specialmente nel finale della partita contro i granata.

In questo ripetersi di situazioni, il pessimismo avanza e non può che essere così. Quando c’è bisogno di svoltare il Catania non c’è mai. In tutti i momenti decisivi gli etnei riescono a perdersi in un bicchiere d’acqua. L’ennesima botta al morale, per un’intera squadra, ma anche per la tifoseria e per la città.

Simone Caffi

(Fonte foto: calciocatania.it)

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