IL CATANIA CHE VERRÀ
“Caro amico ti scrivo..” cantava l’immenso Lucio Dalla, così si sarebbe distratto un po’ – diceva. Ecco, qui dalle parti di Catania c’è sì tanto da dire e da scrivere, non invece ammissibile alcuna distrazione.
Lascia poco all’immaginazione, il titolo. Dunque, che Catania sarà quello targato 20/21? Iniziamo a mettere subito in chiaro un punto: si gioca in C. Il che, quantomeno dal lato sportivo, è comunque una buona cosa rispetto al disputare campionati di D o Eccellenza, a seguito di fallimento. Magra, magrissima consolazione, certo. Ma tant’è. Bisogna fare sempre i conti con ciò che si ha in mano, e attualmente la cosa peggiore che si possa fare è sognare ad occhi aperti. E arriviamo al problema: chiedere ad un tifoso, specie di fede rossazzurra, di non sognare quella che in realtà sembra essere una cosa normale, disputare campionati in serie maggiori per una piazza come quella Etnea, è di per sé un delitto.
Vero tutto, insomma. Ma anche quest’anno c’è questo sforzo che bisogna fare, tutti, in collettivo: guardare più possibile al positivo e prendere quel che viene. Inutile illudersi.
Dell’ossatura valida che era stata ben costruita la passata stagione, sono diversi i giocatori che hanno salutato, su tutti Silvestri, Sarao, Martinez, Welbeck e Dall’Oglio. Se dal punto di vista tecnico è già cosa ostica rimpiazzare, il vero neo è quello di ricostruire un’ossatura – appunto. Va detto, quella dell’anno scorso era riuscita ad essere una squadra con gli attributi, in meno di 7-8 mesi. Cosa rara nel calcio, e cosa rara in generale.
Ancora è presto per dare una definizione del potenziale tecnico complessivo, dovendo attendere la chiusura del mercato, dal quale, per forza di cose, sembrerebbe lecito attendersi 3-4 colpi tra di difesa e zona mediana. Davanti spiccano gli esterni, vera e propria forza rossazzurra, mentre resta da capire la posizione di Estrella, che con Sipos andrebbe a fare staffetta al centro del reparto avanzato. Un terminale tutto da scoprire, senza grosse pressioni, ma con una certa dose di curiosità.
No. Non si dovrà puntare il dito contro nessuno non appena ci saranno 3-4 squadre che potranno prendere il largo in classifica. Né ci si potrà attendere un Catania afferrare saldamente le posizioni play-off con tranquillità. Non è detto ciò non accada, anzi, ma non sarebbe per nulla scontato, nel caso. Parliamo di una squadra che si è, praticamente, ricostruita nuovamente.
Ultima precisazione. La serie C la si conosce fin troppo bene, ormai. Può essere così descritta: vi è quasi sempre una “regina” del torneo che sta un gradino sopra. Vi sono sempre 2-3 inseguitrici che le stanno sotto, ma al contempo un gradino sopra le altre. Poi ci stanno 10 e più squadre di livello più o meno uguale, che andranno ad occupare dalla 5^/6^ posizione alla 11^/12^. Si conosce fin troppo bene anche il valore di un calciatore da C. Si prenda Russotto, dal giocare i playoff a Catania, per poi passare alla Cavese da metà classifica.
Siamo ai nastri di partenza, per l’ennesima volta. E nemmeno questo, guardandosi attorno, è cosa scontata. Differentemente, è cosa più che scontata che, come sempre, il Catania non sarà mai da solo, e per quei 90′ a Domenica, la categoria è solo una lettera dell’alfabeto.
Gabriele Di Mauro