CHE PECCATO…
Quarto risultato utile consecutivo per il Catania di Baldini che, in un “Massimino”finalmente riscaldato dal ritorno della Curva Nord, pareggia per 2 a 2 contro l’Avellino di Braglia. Un risultato che fa classifica e morale, con tuttavia un pizzico di amaro in bocca visto che gli irpini hanno trovato il pareggio solo negli scampoli finali di un match tiratissimo e caratterizzato da grande nervosismo sul terreno verde di gioco.
D’altra parte il Catania è questo. Vivace e spumeggiante in fase offensiva, a tratti troppo vulnerabile in fase difensiva. Nel frattempo si continua a godere del momento d’oro di Luca Moro, autore del suo ottavo gol stagionale e sempre più capocannoniere di questa Serie C. È infatti lui a sbloccare la partita al 7°. Partita che scorre veloce tra un Avellino che cerca di sfondare e un Catania potenzialmente letale in fase di ripartenza. Al 44° gli irpini trovano il pareggio per merito di un potente calcio di punizione di Plescia viziato da una deviazione che mette fuorigioco Sala. Un duro colpo per il Catania che tuttavia rientra dagli spogliatoi con lo stesso spirito dei primi 45 minuti di gioco. Atteggiamento che premia i rossazzurri al minuto 57 quando tornano in vantaggio grazie a Claiton. La reazione degli irpini arriva ma è spesso velleitaria e improntata sul nervosimo. A proposito di nervosimo, ci pensano Calapai e Kanoute a dare pepe alla partita facendosi entrambi espellere dopo aver causato un parapiglia. Quando il vento sembra ormai soffiare a favore del vulcano, arriva il gol di Silvestri che servito su calcio piazzato trafigge Sala con un colpo di testa potente e preciso.
È l’epilogo, forse alla fine giusto, su Catania-Avellino. E alla fine va bene così. Braglia forse salva la sua panchina, seppur i suoi confermano di essere affetti da pareggite cronica. Il Catania dal canto suo conferma di essere vivo e vegeto, quantomeno sul campo.
Antonio Longo