C’eravamo tanto amati: storia dell’idillio (già finito?) tra Cosentino e Pulvirenti
In principio era il valore aggiunto! Pablo Cosentino: colui che aveva rinunciato ad una lanciatissima carriera da procuratore di calciatori argentini (tra i quali alcuni blasonati come Higuain) per diventare il re del mercato di una squadra di club, ovviamente la più sudamericana d’Italia.
Il primo acquisto marca Pablo è subito stato generatore di polemiche e frettolosi addii!
Infatti, allorché il Catania annunciò l’acquisto di Leto, vi furono le contemporanee dimissioni del d.g. Gasparin.
Quest’ultimo, indispettito dai poteri già concessi al nuovo dirigente etneo, preferì rinunciare al l’incarico piuttosto che sopportare una difficile coabitazione.
Cosentino si prende Catania ed in breve diventa amministratore plenipotenziario con poteri di lomonachiana memoria.
Epperò mentre l’ex dirigente rossazzurro, nonostante le critiche aspre per il suo carattere poco ortodosso, è sempre stato foriero di ottimi acquisti ma, soprattutto, plusvalenze poderose che hanno permesso alla società di costruire quel capolavoro chiamato Torre del Grifo, lo stesso non possiamo dire per don Pablo. Giunto tra mille dubbi, con la nomea di uomo fashion (con tanto di mocassino senza calza e velina bionda al seguito), non verrà sicuramente annoverato tra i dirigenti etnei più amati dai tifosi.
Una campagna acquisti fallimentare nell’estate 2013, il prologo durante il mercato invernale del 2014, e la naturale conclusione con una retrocessione che, con il senno di poi, poteva essere davvero evitata se solo si fosse voluto intervenire in maniera concreta (diciamo senza i Fedato di turno…)!
In qualsiasi altra società sportiva di alto livello, ciò sarebbe bastato per defenestrare il dirigente responsabile ed iniziare un nuovo ciclo in maniera diversa.
Ma ecco che arriva il colpo di scena, Cosentino non solo viene confermato, ma viene difeso a spada tratta dalla proprietà rossazzurra e considerato “la risorsa”.
La risorsa, dopo aver acquistato per conto del Catania alcuni suoi ex assistiti come Leto e Peruzzi (pagato 7 mln e rivenduto per soli 4 mln l’anno successivo), riesce nell’impresa titanica di costruire una squadra senza capo né coda. D’altronde, passateci la battuta, non per forza un fotomodello può diventare esperto di moda…
Il nuovo colpo di scena (alla Mike Bongiorno) giunge come il sole dopo mesi uggiosi.
Viene contrattualizzato un nuovo direttore sportivo (Delli Carri) e viene accantonato (ovvero viene inserito nel dimenticatoio senza alcuna comunicazione) il precedente d.s. Bonanno: di cui non si ricorda, negli anni in rossazzurro, nessun vero acquisto!
Il nuovo dirigente che si occupa di mercato lo fa in maniera sciolta, disinvolta e, finalmente, concreta!
Grazie all’aiuto della società amica (GEA) si riescono a chiudere diverse operazioni di mercato che cambiano il volto alla squadra in pochissimi giorni. Non si ricorda un mercato di gennaio così prolifico in casa Catania da quando esiste la finestra di riparazione!
Ed ora, che ne sarà di Pablo? Qual è adesso il suo ruolo nella società? In quale parte del mondo si trova? Sicuramente non vicino alla squadra: che ha ormai in Delli Carri il vero punto di riferimento a fare da collante tra team e società!
Infine, è doveroso puntualizzare quanto segue. Cosentino ha le sue colpe ed ha commesso diversi errori, ma era facile immaginare che un procuratore sportivo non potesse divenire il re del mercato in un batter di ciglia! Tutti lo avevamo ipotizzato, tranne lui…
Mariano Mascena
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