CATANIA: PIÙ SPAZIO PER MANNEH E I GIOVANI DELLA BERRETTI?
In un’ennesima stagione a luci (poche) ed ombre (moltissime), uno dei pochi aspetti positivi per il Catania è stato il raggiungimento della seconda Final-Four consecutiva da parte dei giovani della Berretti di mister Pulvirenti, apparso più a suo agio nel calcio giovanile rispetto a quello della prima squadra. La sconfitta ai rigori contro il Renate in semifinale scudetto è un ottimo risultato per una squadra che, come ha già fatto nello scorso campionato, potrebbe prestare qualcuno dei suoi membri alla squadra dei “grandi”. D’altronde, in una squadra in cui l’esperienza sembrerebbe debordante, ancor di più dopo il ritorno di Francesco Lodi, un po’ di freschezza ed entusiasmo portato da qualche giovane di belle speranze potrebbe formare finalmente quel mix giusto per rendere competitiva la squadra etnea.
Già quest’anno, prima con Rigoli e poi con Pulvirenti, tre di questi ragazzi sono riusciti a trovare spazio, chi più chi meno, e mai hanno mostrato di soffrire particolarmente il passaggio di categoria. Sia Graziano e Di Stefano, che negli sprazzi di partita a loro concessi hanno spesso fatto preferire la propria mobilità all’immobilità di Scoppa, che soprattutto Manneh, uno dei pochi a mostrare un po’ di voglia e di grinta in una squadra che ne è rimasta totalmente sprovvista nel finale di campionato. Attendendo ulteriori acquisti, che potrebbero arrivare soprattutto se il Catania riuscisse a trovare qualche soldo proveniente da trattative e cessioni passate (ogni riferimento al “Papu” è puramente casuale) , il Catania potrebbe trovare alcuni innesti giusti già in casa propria, aggiungendo ai tre sopracitati anche Longo e Noce, due classe ’99 che faranno come un anno fa la preparazione estiva con la prima squadra e si giocheranno le proprie carte per convincere il mister, o anche Spadaro, portiere promettente che molto potrebbe imparare da “San Pisseri”.
Insomma, o si punta su giocatori di livello alto o medio-alto per la categoria, oppure tanto vale puntare su giovani del vivaio piuttosto che su calciatori che mostrano anche un atteggiamento indolente e stucchevole.
Claudio Maggio