CATANIA, CHE INGIUSTIZIA: CONFERMATO IL -9!

Le speranze, le voci e le illusioni sono state cancellate in un solo pomeriggio: dopo un lunghissimo pomeriggio in seduta, la Corte Federale d’Appello ha confermato la penalizzazione di nove punti per il Catania, maturata a causa dell’inchiesta “I treni del gol”.

Riavvolgiamo velocemente il nastro e torniamo a pochi mesi fa: qualche grado in più sul termometro, costumi da bagno ed infradito al posto di felpe e cappucci e un Procuratore, Stefano Palazzi che, dinnanzi alla giustizia sportiva, chiese la retrocessione del club etneo e cinque punti di penalizzazione per lo scandalo scoperto poche settimane prima. La Corte punì il Catania come richiesto da Palazzi, ma pensò bene di infliggere altri sette punti di penalizzazione in modo che i rossazzurri, ad inizio campionato, si sarebbero trovati a -12.

Dopo qualche settimana un primo ricorso portò alla diminuzione di tale penalizzazione: il Catania iniziò la sua avventura in Lega Pro con “soli” nove punti di penalizzazione. Da quel momento fino a poche settimane fa si è giocato solo sul campo e non più dentro le aule di tribunale, fino a quando è arrivata un’altra sentenza, tanto pesante quanto inaspettata: il Catania subisce un’ulteriore penalizzazione di due punti per delle irregolarità nei pagamenti IRPEF risalenti alla scorsa stagione. Così la squadra rossazzurra si trova a dover fronteggiare un pesantissimo -11 che relega l’elefante agli ultimi posti della classifica del girone C di Lega Pro. L’ultimo ricorso, l’ultima spiaggia per Catania e per i catanesi non ha portato i risultati sperati: tutto è stato vano e la squadra di Pancaro starà sul fondo della classifica finchè non sarà capace di tirarsene fuori con i propri mezzi.

Certamente, anche questa decisione farà molto discutere, forse più della prima che aveva portato il Catania ad un pesante passivo ancor prima dell’inizio del campionato, ma il tempo per le discussioni e per le sfide nelle aule di tribunale è finito. Ora la parola spetta solo al rettangolo verde.

Giuseppe Mirabella

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