CATANIA, SIAMO ALLE SOLITE: STAVOLTA NIENTE ALIBI

Dare continuità alle vittorie belle e convincenti ottenute fra le mura amiche contro Reggina e Matera. È questo l’imperativo per il Catania, chiamato a vincere anche in casa del poco aggraziato Akragas.

Non ci sono nè DjordjevicRussotto, entrambi fermati da malanni e guai fisici. Dunque confermato Di Grazia, al quale si aggiunge a sorpresa l’innesto nella formazione titolare di Parisi.

Inizia il match ed i rossazzurri, dopo dieci minuti di noia, riescono a trovare il vantaggio. Un ottimo cross di Marchese parte dalla sinistra, Tavares è pronto a girare in rete, ma un difensore biancazzurro colpisce il pallone con le mani. È calcio di rigore ed è ancora Mazzarani a realizzarlo, come già fatto a Fondi, a differenza dell’errore contro la Fidelis Andria.

Nonostante il vantaggio, gli uomini di Rigoli si flettono su sè stessi e quindi l’Akragas acquisisce coraggio col passare dei minuti. Due le occasioni più importanti del primo tempo: al 30′ con Longo, che trovatosi a tu per tu con Pisseri, non riesce però a punirlo poiché l’estremo difensore etneo chiude benissimo lo specchio della porta; tre minuti più tardi, invece, è Salvemini a calciare incredibilmente sul fondo dopo aver preso in contropiede la retroguardia ospite.

Ancora autore di una parata plastica è il solito Pisseri, quando al 48′ sventa un tiro dal limite di Salvemini. Dieci minuti più tardi, così, Pezzella s’inventa un eurogol dalla distanza con un bolide imprendibile. Il Catania sparisce completamente dal campo e Gil completa la frittata. Pochi minuti prima del 70′, infatti, il brasiliano causa un calcio di rigore evitabilissimo. Dal dischetto va il solito Salvemini che, stavolta, si riscatta.

2-1 Akragas e Catania letteralmente umiliato. Nonostante ciò, i rossazzurri provano a reagire in maniera molto scomposta e disorganizzata. I girgenti, perciò, fanno un regalo agli etnei. Nei minuti di recupero, infatti, Biagianti viene steso in area di rigore avversaria. Dagli undici metri è ancora una volta Mazzarani a calciare, ma l’esito non è affatto lo stesso: piattone lento e prevedibile che Pane non si fa sfuggire.

Il Catania cade malamente nella terra de “Il Gigante“. Rossazzurri che non hanno mai dimostrato di voler vincere, forse anche perché troppo sicuri di riuscirci. La realtà dei fatti, però, dice che, lontano dalle mura amiche, non sia cambiato proprio nulla. Questa squadra perde la propria identità lontano dal “Massimino”, diventando sterile e vulnerabile in ogni zona del campo. Il problema è uno solo, chiaro e lampante da ogni tempo: manca la mentalità vincente per potersi imporre in trasferta.

Niente giri di parole, nè rimuginazioni. È tempo di farsi un bell’esame di coscienza. Se non s’imparerà a vincere in trasferta, allora il Catania non potrà mai puntare al salto di categoria. Adesso non si torna più indietro.

Federico Fasone

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