CATANIA-AKRAGAS: DERBY DAI DUE VOLTI
C’è il sole al “Massimino” per il primo derby siciliano di Lega Pro: Catania-Akragas. In un’atmosfera da sogno, i tifosi rossazzurri accolgono con un grande applauso l’ex Nicola Legrottaglie, attuale tecnico degli agrigentini, in uno stadio gremito da 11506 spettatori.
Il primo tempo del match non è ricchissimo di emozioni. I padroni di casa fanno la partita, ma l’atteggiamento proposto è molto nervoso. Le azioni vengono costruite male, nella confusione più totale. La manovra offensiva è frenetica, senza essere mai così pungente. Nonostante ciò, il Catania va vicinissimo al gol per due volte: al 21’ con Calil, che gira in porta un cross di Nunzella, ma Vono ribatte efficacemente; al 24’ con Falcone che, dopo aver saltato elegantemente un uomo in area di rigore, fa partire un destro a botta sicura che, però, Capuano sventa sulla linea di porta. Al 30’, poi, arriva una tegola per mister Pancaro: Falcone, che fino a lì era stato il più in palla dei suoi, deve lasciare il campo per Calderini, a causa di un problema muscolare. Si abbassano i ritmi della gara e, proprio nel momento più “morto”, l’Akragas trova il vantaggio al 42’: Zibert s’impossessa di un pallone al limite dell’area e con una bordata all’incrocio dei pali trafigge Bastianoni.
Al secondo tempo, il Catania è chiamato ad una reazione energica. Questa, però, tarda ad arrivare. Il centrocampo etneo, infatti, resta troppo sui blocchi con Agazzi che non riesce ad impostare, Scarsella che s’inserisce poco e Lulli praticamente impalpabile. Giuseppe Pancaro decide di mischiare le carte in tavola e fa entrare in campo Musacci e Plasmati, cercando di dare quadratura alla linea mediana ed affidandosi ad un punto di riferimento in attacco, visto l’“isolamento forzato” di Calil. Al 69’ capita un’altra ghiottissima occasione sui piedi del brasiliano che, a portiere battuto, si vede negare la gioia del gol da un salvataggio miracoloso di Sabatino sulla linea. Dall’altro lato, l’Akragas si rifà pericolosissimo con Leonetti che, però, si vede chiudere la porta in faccia dall’estremo difensore rossazzurro. La partita è concitatissima e sul ribaltamento di fronte è ancora il Catania ad andare vicinissimo al gol con Russotto, che colpisce a botta sicura, ma Vono compie una grande parata. Scorrono i minuti ed i rossazzurri non trovano il varco giusto, ma all’87’si accende la luce: la palla viene ribattuta in area di rigore, Plasmati la fa sua e con un bolide trova il pareggio. Lo stadio esplode, c’è ancora tempo per vincere. Il Catania così non si arrende, continua ad attaccare e, quasi allo scadere, Russotto fa scorrere palla sulla fascia per Nunzella, che crossa in mezzo e Calil di testa coglie una clamorosa traversa. C’è solo il tempo per il contropiede avversario che, però, si risolve con un nulla di fatto.
Catania-Akragas finisce 1-1. Una partita dal difficile pronostico, nella quale il Catania cerca di tenere in mano il pallino del gioco, ma l’Akragas si chiude bene e, quando punge, riesce a far male. I rossazzurri si ritrovano in grande difficoltà, penalizzati dal vantaggio inaspettato e non riuscendo a trovare il varco giusto per colpire un avversario completamente arroccato in difesa e pronto a ripartire in contropiede. La reazione comunque arriva, anche se troppo tardi forse. La squadra, infatti, non riesce a rialzarsi finché Pancaro non inserisce Musacci e Plasmati, che poi si rivelano “gli uomini della provvidenza” del pomeriggio rossazzurro. Bene per le scelte a partita in corso, ma errate quelle effettuate in principio: Agazzi sembra spaesato, Lulli è completamente fuori partita e Scarsella funziona ad intermittenza. Il risultato è un centrocampo incapace di fare filtro e, simultaneamente, di costruire una manovra offensiva degna di tale nome.
Troppo tardiva, dunque, la reazione del Catania che, però, per l’andazzo della partita avrebbe potuto anche perdere.
Derby dai due volti che finisce in parità, aspettando il prossimo fra sette giorni in casa del Messina.
Federico Fasone