È piena di novità la partita d’esordio di Francesco Baldini, successore di Giuseppe Raffaele sulla panchina del Catania. Ritorno al 4-3-3, Izco e Maldonado titolari sulla linea mediana e rientro fra i pali di Martinez. Il primo tempo contro l’Avellino è da subito, anche inaspettatamente, scoppiettante. Ci pensa Andrea Russotto infatti a salire in cattedra fra i padroni di casa: lo fa immediatamente dopo il fischio iniziale, quando realizza un calcio di punizione da distanza rilevante, complice una fortunosa deviazione della barriera; poi si ripete dopo la mezz’ora, sugli sviluppi di un contropiede propiziato da Dall’Oglio e accompagnato molto bene da Piccolo, che gli serve l’assist vincente per battere il portiere avversario. Ciononostante è gravissima l’amnesia di Maldonado che, proprio allo scadere della prima frazione di gioco, nel compiere un retropassaggio per Martinez, concede un pallone ad un attaccante irpino e costringe lo spagnolo al fallo da rigore. Riapre i giochi dal dischetto D’Angelo, calciando a fil di palo.

Nella ripresa il Catania ha il compito di reggere la pressione esercitata dagli ospiti intenzionati a recuperare lo svantaggio. Rossazzurri non sempre perfetti, ma che comunque tengono botta anche grazie ad alcuni importanti interventi di Martinez che si fa trovare pronto tutte le volte che è necessario. Tra l’altro arriva la ciliegina sulla torta quando il match si sta per concludere perché Manneh si fa atterrare in area e così anche Sarao può realizzare dagli undici metri la rete che regala la vittoria ai siciliani e che permette di invertire il trend negativo su calcio di rigore, vera e proprio maledizione per gli etnei almeno fin qui.

Insomma, soltanto notizie positive giungono da questa domenica di calcio. La cura Baldini comincia nel migliore dei modi e speriamo che non si tratti soltanto di una rondine, perché si sa bene che da sola non fa mai primavera.

Federico Fasone