ANCORA LO MONACO: “ABBIAMO LA MORTE NEL CUORE, MA RESTIAMO VIVI. LOTTEREMO FINO ALLA FINE”

Terza e ultima parte dello sfogo dell’ad rossazzurro quest’oggi in conferenza stampa a Torre del Grifo: “Con Rigoli la squadra era quadrata, forse impopolare, si difendeva egregiamente e bene o male faceva i suoi punti. Con Petrone, invece, si è capovolto tutto. Al fischio d’inizio, tutti subito nella metà campo avversaria. I giocatori, probabilmente, non hanno saputo adattarsi: con il Melfi, giocando così, si è consegnata la partita all’avversario. Il Catania ha avuto una crisi d’identità. Bisogna dare il tempo di cambiare le cose, bisogna lavorare in modo che tutti possano essere coinvolti, l’addio di Petrone di certo non aiuta. C’è bisogno di un leader alla Simeone? Quell’anno avevamo bisogno di un capitano-non giocatore.  Quest’anno comunque c’è gente come Biagianti e Marchese che ha il Catania stampato nel cuore. Il campionato di Lega Pro è tutto particolare,  c’è bisogno di gente che non si tiri indietro, che lotti senza paura. La scelta di Pulvirenti? In questo momento avevamo la necessità di non dare  scossoni alla squadra a pochi giorni da una gara importante come quella di Lecce.  Avevamo bisogno di uno dei nostri, di uno che conosca bene l’ambiente.  Lecce sarà la cartina tornasole ideale per questo tipo di situazione. Pentito per aver esonerato Rigoli? Io sono sempre contrario al cambio allenatore in corsa, fa male all’azienda. Se non ci fosse stata Agrigento, probabilmente sarebbe ancora qui. Da quando era arrivato, comunque, si è sempre sentito sulla graticola, dopo il derby c’è stato probabilmente un crollo emotivo. La condizione fisica della squadra? Non è assolutamente brillante, già dai tempi di Rigoli spingo e stimolo il preparatore atletico e lo staff a migliorare su questo aspetto. Venerdì, mentre ero all’allenamento, ricordavo ai ragazzi di stare attenti al Melfi, dicendogli che i nostri avversari sarebbero venuti per fare la storia. Tutti mi rassicuravano, dicendomi che tutto sarebbe andato bene. Domenica, prima della gara, mi si è impennata la pressione, ero sicuro avremmo disputato una partita non all’altezza. Alla fine, purtroppo, sono stato profetico, ma non mi aspettavo una prestazione del genere. Tuttavia, siamo ancora vivi, non siamo morti, il nostro obiettivo continuerà ad essere il raggiungimento dei play-off. Abbiamo la morte nel cuore, ma non smetteremo di lottare fino all’ultimo. La situazione debitoria? Abbiamo debiti col Boca, col Wisla Cracovia, con il Racing, con lo Sporting Lisbona e con il Saint-Etienne. Evidentemente in passato sono stati fatti degli errori, altrimenti non saremmo qui in Lega Pro”.

Daniele D’Alessandro

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