RICAPITALIZZAZIONE, POTREBBE SCATTARE L’ORA DEI MASSIMINO

Tutto tace a Catania. Sul fronte societario, infatti, nulla si muove, né qualcuno si fa avanti. Si era parlato di un possibile interesse del gruppo Villar, notizia che, però, risale ormai allo scorso dicembre. Non ci sono state novità nei successivi due mesi, considerando anche l’ultimo avvenimento in ordine cronologico: l’accusa di bancarotta fraudolenta in capo al proprietario del Catania, Nino Pulvirenti, legata però alla questione Wind Jet.

Dunque non riesce difficile pensare che potenziali imprenditori preferiscano adesso rimanere in stand by, magari nella speranza di un “effetto boomerang” che possa colpire anche il club etneo. Infatti sarebbe molto più semplice investire da zero piuttosto che rilevare una società sulla quale gravino dei debiti che sostanzialmente rendono assai più oneroso un prezzo formale di 30 milioni di euro, contando anche Torre del Grifo nel pacchetto. Il Calcio Catania, infatti, deve sanare un debito di oltre 250 mila euro verso il Comune di Catania in merito alla concessione del “Massimino” negli anni passati, a cui inoltre andrebbero ad aggiungersi diversi milioni di euro per il mutuo posto in essere col Credito Sportivo, attinente a Torre del Grifo. Perché diciamocelo chiaramente, il problema non è tanto acquisire il Calcio Catania s.p.a., bensì quello di rilevare con esso proprio il centro sportivo che, se per una squadra di Serie A non sarebbe altro che un fiore all’occhiello, per una di Lega Pro (non osiamo immaginare di Serie D) diventa inevitabilmente un macigno fin troppo pesante. Ma, come ribadito più volte dalla proprietà, il pacchetto non è scorporabile.

Non va sottovalutata, però, un’ulteriore possibilità. Pare infatti che il gruppo Finaria abbia l’intenzione di ridisegnare l’assetto organizzativo del club, in modo da ripristinarne la situazione finanziaria e permetterne poi la cessione in pieno stato di salute. Negli ultimi giorni si parla di una possibile ricapitalizzione, consistente in un aumento del capitale della società attraverso il versamento di nuovi conferimenti da parte dei soci. In questo senso, un ruolo significativo potrebbe spettare anche agli eredi Massimino, i quali detengono il 25,5% delle azioni del Calcio Catania s.p.a., come sancito dalla sentenza emessa dai magistrati Maiorana, Motta e Zema, risalente al maggio 2013 in Corte d’Appello.

Così facendo, la situazione che riguarda la vendita del club potrebbe sicuramente sbloccarsi, rendendo più appetibile una piazza che, sino a prova contraria, riscontra l’interesse di molti imprenditori. L’unico punto interrogativo che sorge a riguardo è il seguente: fino a che punto si può credere ad una soluzione di tale genere?

Federico Fasone

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