Calcio spumeggiante e imprevedibile. Era il mese di settembre ed il Catania stupiva tifosi e addetti ai lavori per la qualità del gioco messo in mostra. Una manovra caratterizzata da possesso palla, scambi brevi e triangolazioni.Un mix letale per gli avversari di turno, spesso travolti dalla “fiumana” etnea. Nessuno, in fondo, si aspettava che i rossazzurri, dopo un mercato estivo tutt’altro che tranquillo, potessero essere in grado di esprimere un tale calcio.

Oggi, tuttavia, quell’effetto sorpresa sembra essere svanito. Un’involuzione che ha reso il gioco del Catania prevedibile e monotono. Una fase di impostazione eccessivamente macchinosa dove emerge l’assenza di un anello di raccordo tra centrocampo e attacco, capace di accendere la luce. Una manovra che spesso si affida alle sovrapposizioni di Nunzella sull’asse di sinistra. Un leitmotiv ormai noto agli avversari di turno, i quali mettono in campo accorgimenti volti proprio ad intercettare tale canale. Cosa che invece non accade sull’asse di destra, corridoio dove i rossazzurri mostrano più di una difficoltà. Continuano a latitare, invece, i rifornimenti provenienti dall’asse centrale, dove a intermittenza solo Agazzi riesce a rompere gli schemi con verticalizzazioni degne di nota.

Una matassa che ha aggrovigliato il 4-3-3 di mister Pancaro, troppo facilmente disinnescato dai tecnici delle squadre avversarie. Eppure, squadra e allenatore danno l’impressione di possedere le competenze adatte a ritrovare lo smalto di inizio stagione. In tal senso, l’occasione rappresentata dal mercato di Gennaio rappresenta una non indifferente chiave di svolta. Ma molto dipenderà anche da quello che squadra e allenatore saranno in grado di produrre sul terreno di gioco di Torre del Grifo.

Bisognerà trovare nuovi contenuti in grado di sbrogliare la matassa e restituire quel nuovo ossigeno di cui urge la manovra offensiva del Catania.

Antonio Longo